E' stato rinviato di nuovo in commissione Affari costituzionali al Senato della Repubblica l'inizio del voto degli emendamenti del disegno di legge delega sulla Pubblica amministrazione che porta la firma del ministro Marianna Madia (Pd). Secondo quanto si è appreso ieri al termine della seduta della prima commissione di Palazzo Madama, presieduta dalla senatrice del Partito democratico Anna Finocchiaro, le votazioni degli emendamenti alla riforma Pa prenderanno il via la prossima settimana.

Riforma Pa Madia, nuovo rinvio della votazione al Senato

Intanto, tra le ultime novità dal Senato, il relatore di Giorgio Pagliari (Pd) ha presentato un nuovo emendamento che delega l'esecutivo a riorganizzare la "normativa secondaria", dunque i decreti legislativi che attueranno successivamente la legge delega.

La nuova proposta emendativa "è una norma di carattere ordinamentale, una delega al governo a fare ripulitura della normativa secondaria", e per questa ragione - ha spiegato il ministro della Pubblica Amministrazione e Semplificazione Marianna Madia a termine della seduta - non dovrà necessariamente passare dalla commissione Bilancio di Palazzo Madama per il parere sugli effetti economici e finanziari. L'esponente del Governo Renzi ha spiegato anche che se la riforma Pa sta subendo dei rallentamenti è perché "si sono succeduti tre governi in tempi ravvicinanti e c'era - ha sottolineato - anche la normazione secondaria ancora precedente". L'emendamento del senatore Pagliari quindi delega adesso il governo a emanare un nuovo decreto legislativo, oltre a quello già previsto dal ddl Madia in esame, entro novanta giorni dall'entrata in vigore della legge delega sul riordino della Pubblica amministrazione.

Pubblica amministrazione, la Madia 'abolisce' l'articolo 18 per gli statali

E' già scontro tra governo e sindacati sui cambiamenti dell'articolo 18 per i lavoratori statali. "Già oggi per i licenziamenti equiparabili a quelli economici - ha detto il ministro Madia, in un'intervista al Foglio, in riferimento alla flessibilità in uscita per i dipendenti pubblici - esiste la messa in disponibilità per due anni con l'80% dello stipendio prima del licenziamento.

Con la delega - ha spiegato - semplificheremo poi i provvedimenti disciplinari per poterli utilizzare concretamente". Sulla stessa scia  del premier Matteo Renzi e del ministro del Lavoro Giuliano Poletti sul Jobs act e la riforma pensioni, anche la ministra Madia ha fatto intendere che non intende avviare tavoli di concertazione coi sindacati che protestano.

Riforma Pa e contratti, nuovo scontro tra governo e sindacati

"La vera sfida sono i contratti fermi da quasi 6 anni e la riorganizzazione partecipata della Pa", hanno dichiarato in una nota congiunta Rossana Dettori, Giovanni Faverin, Giovanni Torluccio e Benedetto Attili - segretari generali di Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Uil-Pa - rispondendo all'intervista del ministro Madia pubblicata ieri su Il Foglio di Giuliano Ferrara. Secondo i tre sindacalisti è "del tutto fuori luogo la provocazione della ministra sulla fine della concertazione, è arroganza gratuita. Anche perché - hanno aggiunto i dirigenti sindacali di Cgil, Cisl e Uil - quale grande innovazione ha portato questo governo? Tweet a parte, su contratti, competenze e qualità dei servizi - hanno sottolineato - non è cambiato niente".