Il capitolo delle Pensioni "va rapidamente riaperto per due motivi: il primo perché va sanata una intollerabile ingiustizia sociale [...]. Il secondo perché l'innalzamento progressivo dell'età pensionabile, giunta ormai oltre i 67 anni, blocca il turnover". È quando ha affermato il Presidente della Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano, al riguardo della nuova nota inviata dai principali sindacati al Governo Renzi. In particolare, le parti sociali stanno facendo pressioni sul Ministro del lavoro Giuliano Poletti, affinché possano essere convocate per portare avanti la propria proposta unitaria di riforma del sistema previdenziale.

Dopo l'approvazione del Job Acts, Cgil, Cisl e Uil ritengono ormai maturi i tempi per un intervento sul campo, che resta uno dei grandi nodi a tutt'oggi ancora irrisolti sorti in seguito all'approvazione della legge Fornero nell'ormai lontano 2011.

Damiano commenta la piattaforma unitaria dei sindacati e rilancia l'idea della pensione anticipata con quota 100

Sulla nuova convergenza sindacale il giudizio del Presidente della Commissione lavoro alla camera resta "estremamente positivo", mentre non può che essere visto con soddisfazione anche il richiamo al sistema della flessibilità previdenziale tramite il meccanismo delle quote riproposto negli scorsi giorni da Uil e Cisl. Lo stesso ex Ministro del lavoro ha, infatti, più volte chiesto al Governo Renzi di intervenire in favore dei tanti lavoratori disagiati e di coloro che sono rimasti disoccupati in età avanzata, offrendo la pensione anticipata attraverso la quota 100.

Il sistema prevede di creare un requisito di quiescenza che unisca l'età della persona con gli anni contributivi: nell'esempio più classico si potrà uscire dal lavoro con 60 anni di età e 40 di versamenti, ma il vantaggio di questa possibilità risiede nella flessibilità. Infatti, all'aumentare dell'età diminuisce la necessità di versamenti e viceversa..

Le alternative alla quota 100 proposte da Damiano e dalla Cgil: ecco le altre possibilità di quiescenze attualmente allo studio

Se anche non si riuscisse a passare per la quota 100, vi sono altri meccanismi previdenziali che potrebbero essere sviluppati al fine di andare incontro alle necessità dei lavoratori. La cosa importante, secondo Damiano, è introdurre un sistema di flessibilità per aiutare "chi ha 35 anni di contributi ad andare in pensione a partire dai 62 anni (con una penalizzazione massima dell'8%)".

In alternativa vi sarebbe sul tavolo la proposta della Cgil, che attraverso una propria nota diffusa a febbraio 2015 ha invitato il Governo a consentire la quiescenza di tutti i lavoratori che abbiano maturato almeno 60 anni di età e 35 di versamenti, oppure in alternativa 40 anni di contribuzione senza alcun vincolo anagrafico.

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