Lo sciopero dei precari della Scuola è fissato, e ad oggi confermato, per martedì 17 marzo del 2015 contro i rischi legati alla possibilità di cancellazione delle graduatorie. In merito Marcello Pacifico di Anief-Confedir è tornato ad invitare apertamente il Governo italiano, presieduto dal Premier Matteo Renzi, a non toccare le graduatorie e ad assumere tutti i lavoratori precari della scuola senza distinzioni tra docenti e personale Ata. Sono in particolare due ad oggi le manifestazioni programmate per il 17 marzo del 2015, una davanti al Parlamento e l'altra davanti al Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca.

Questo perché regna sovrana per il momento l'incertezza in vista della data del prossimo 10 marzo del 2015 quando, per quel che riguarda la riforma della scuola, le linee guida approderanno in Consiglio dei Ministri. L'Associazione Sindacale Professionale in questo momento non vuole stare a sentire ed a seguire le indiscrezioni ed i rumors legati ad una riforma della scuola che preveda la cancellazione delle graduatorie senza averle prima completamente svuotate procedendo con le assunzioni. Secondo l'Anief, se così fosse, quello del Governo sarebbe un 'autogol clamoroso' che porterebbe non solo allo sciopero del 17 marzo prossimo, ma anche al ritorno presso i tribunali della Repubblica affinché per i precari della scuola ci siano risposte e soluzioni.

Le stabilizzazioni d’ufficio e gli indennizzi, riferisce altresì l'Anief-Confedir, si aggirano per i ricorrenti in Tribunale da un minimo di 35 mila ad un massimo di 50 mila euro e di questo passo, se le notizie della stampa specializzata saranno confermate, l’amministrazione scolastica rischia ancora di più di esporsi al pericolo di condanne.

Sulla questione relativa ai precari della scuola si è espresso anche il Codacons sottolineando come ad oggi dal Governo sulla stabilizzazione dei lavoratori del settore si siano sentite solamente delle chiacchiere, e come i docenti precari abbiano diritto non solo all'assunzione, ma anche ad un adeguato risarcimento ricorrendo nelle aule dei Tribunali.