Continua a tenere banco la polemica connessa ai nuovi sussidi di disoccupazione introdotti dal governo Renzi con il Jobs Act. A finire nel mirino delle critiche Naspi 2015 e Dis-coll, non solo per i requisiti ma anche per il fatto che l'Inps non si è ancora adeguata alla nuova normativa. Visitando il portale online dell'ente previdenziale ci si accorge infatti immediatamente della mancanza di una sezione dedicata alle nuove forme di sostegno del reddito, cosa che lascia allibiti e sconcertati parecchi dei lavoratori interessati in particolare al sussidio Dis-coll.

A complicare il quadro le dichiarazioni rilasciate in una conferenza stampa congiunta da Renzi e Padoan, stando ai quali il tesoretto da 1,6 miliardi di euro contabilizzato a margine del DEF (il Documento di Economia e Finanza) non verrà utilizzato per irrobustire gli ammortizzatori sociali. Una decisione non di poco conto per un paese dove le politiche di Welfare sembrano ormai un lontano ricordo.

Disoccupazione Naspi e Dis-coll 2015, domanda INPS e requisiti: la modulistica non esiste - In molti rischiano di non poter presentare la propria richiesta

I sussidi di disoccupazione Naspi e Dis-coll 2015 sono dunque finiti nel mirino delle critiche di parti sociali e confederazioni sindacali per via dei requisiti d'accesso disciplinati dal Jobs Act. Per accedere alla Naspi 2015 è in particolare necessario essere un lavoratore subordinato del settore privato o pubblico ma soltanto se a tempo determinato, aver raggiunto le 13 settimane di contribuzione nei 4 anni antecedenti allo stato di disoccupazione e l'aver accumulato almeno 30 giorni di lavoro nell'ultimo anno. Un corpus di requisiti più stringenti del passato controbilanciato almeno in parte dall'ampliamento potenziale della platea di beneficiari nella quale figurano anche i lavoratori stagionali e quelli precari. Come accennato, un quadro già di per se complicato viene ad essere aggravato dal fatto che l'INPS non ha ancora provveduto a mettere a disposizione dell'utenza una modulistica aggiornata; la cosa diventa particolarmente rischiosa per gli interessati alla Dis-coll, che stando al dlgs di introduzione prevede una richiesta da far pervenire entro 68 giorni dal manifestarsi dello stato di disoccupazione. A conti fatti, chi ha perso il lavoro a gennaio rischia di non potervi dunque accedere per via dei ritardi accumulati dall'INPS di Boeri. Il noto economista non sembra aver avviato la propria presidenza nel migliore dei modi: l'ente previdenziale stenta infatti a cambiare volto (la missione per la quale Renzi gli affidato le chiavi di tutto) e a fornire all'esecutivo quel livello di collaborazione richiesto allo stesso Boeri sin dal momento del suo insediamento. A questo punto non resta che attendere nella speranza che presto si possa assistere a qualche novità di rilievo.