Sempre più incandescente il 'clima scolastico', adesso scendono in campo direttamente i genitori degli alunni. Infatti, i genitori, gli insegnanti, il personale A.T.A. della Scuola primaria "Principe di Piemonte e Leonardo da Vinci" di Roma hanno deciso di occupare la propria scuola da giovedi 30 Aprile 2015: ecco quali sono le motivazioni della protesta e della scelta.

I motivi di una scelta clamorosa

I genitori coivolti nella protesta ritengono che stia continuando l'opera di devastazione della scuola pubblica statale e sono determinati a lottare per il diritto dei bambini ad un'istruzione di qualità.

Il dovere della Scuola Pubblica è quello di garantire le pari opportunità secondo i princìpi dell'uguaglianza e della valorizzazione delle diversità, nel rispetto dei dettami costituzionali. Le politiche attuate da questo governo, a loro avviso, sono in continuità con quelli dei governi precedenti, e non fanno che immiserire la scuola pubblica a tutti i livelli, con i tagli al personale docente e alle risorse economiche. I tagli all'organico docenti della scuola primaria coinvolgono tutti gli Istituti del Paese in quanto il Ministero dell'Istruzione comunica che anche per l'anno scolastico 2015/16 le dotazioni organiche comuni e di sostegno sono state determinate non superando, a livello nazionale, la consistenza delle dotazioni fissate per l'anno 2011/2012.





La situazione dell'edilizia è sempre più preoccupante, gli spazi scolastici si allagano sistematicamente, cadono cornicioni, i servizi igienici sono spesso inagibili, alcune strutture sono fatiscenti e pericolose per la sicurezza degli alunni. Il Disegno di Legge Renzi prevede dei cambiamenti nella scuola che appaiono a dir poco sconcertanti:



- gli organi collegiali diventeranno solo consultivi, viene sottratto loro ogni potere deliberante.

Si ritiene che la scuola debba essere un luogo di partecipazione democratica attiva da parte di tutte le sue componenti, genitori, insegnanti, personale ATA, e che le decisioni assunte debbano essere prese collegialmente e non solo dal Dirigente Scolastico;



- la scomparsa delle chiamate per le supplenze brevi fino a 10 giorni comporterà una continua divisione degli alunni nelle altre classi a scapito del regolare svolgimento della didattica;



- la possibilità del Dirigente Scolastico di ridurre il numero degli alunni di una classe con l'effetto che le altre diventino "classi pollaio";



- il piano triennale mette a rischio la continuità didattica degli insegnanti;



- la chiamata diretta del Dirigente Scolastico non garantisce la qualità dell'offerta formativa.





Anche nel caso che il Dirigente Scolastico riesca ad assumere per la sua scuola "ottimi" insegnanti, i "cattivi" a quali alunni dovranno insegnare? Non sarebbe meglio avere tutti "ottimi" insegnanti investendo seriamente nella scuola pubblica, invece di continuare a tagliare? La decisione dell'Istituto INVALSI di spostare le date delle prove delle scuola primaria a causa dello sciopero del 5 maggio. Si ritiene molto preoccupante che la scuola pubblica dipenda dall'INVALSI che si è potuto sostituire integralmente al Miur con una scelta antisindacale.