Il disegno di legge sulla Buona scuola entra nel vivo: la tabella di marcia da oggi, 27 aprile 2015, è ad oltranza: fino a giovedì 30 aprile, infatti, si andrà avanti in Commissione Cultura della Camera dei deputati anche di notte, se necessario. In discussione gli emendamenti: se ne contano all'incirca 2.400. In alcuni casi si tratta di modifiche di scarsa entità, come la mancanza di un punto o di una virgola. In altri, si mette in discussione un intero articolo del disegno di legge. In generale, l'impianto originario della riforma della Scuola dovrebbe rimanere, ma più di qualcosa verrà cambiato.

Leggiamo, nel dettaglio, le possibili modifiche.

Riforma scuola Renzi, modifiche: l'autonomia scolastica

Innanzitutto l'autonomia scolastica: non verrà messa in discussione e ai dirigenti scolastici rimarranno i maggiori poteri, più di quelli che hanno oggi. Ma il loro raggio d'azione, rispetto alla prima infarinatura della riforma, dovrà essere condiviso con gli organi collegiali, in alcuni casi. Ad esempio nella redazione del piano dell'offerta formativa. L'organico funzionale, invece, andrà a vantaggio dei presidi: ogni scuola avrà un potenziamento dell'8% per rispondere alle maggiore richieste dell'ambito scolastico, con rafforzamento delle attività extra-curriculari, come l'inglese e l'informatica.

Ddl scuola, assunzione precari, albi regionali e provinciali

Ma il punto più atteso dalla riforma della scuola sarà quello relativo all'assunzione dei docenti precari e dal potere di scelta dei dirigenti scolastici dei candidati dagli albi territoriali. La modifica su questo punto dovrebbe riguardare proprio gli albi: non più quelli territoriali, ma le reti di scuole.

Infatti, l'attuale ddl prevede che i presidi scelgano i nuovi docenti dagli albi regionali, a loro volta articolati negli albi provinciali e subprovinciali. Gli emendamenti, invece, puntano a lasciare gli albi regionali con l'introduzione degli albi delle rete di scuole. Ciò significherebbe che ciascun preside dovrà scegliere da un unico elenco di candidati per un unico blocco di scuole.

Tra i docenti in ruolo, solo quelli che faranno domanda di mobilità si rimetteranno in discussione ed entreranno a far parte di questi elenchi.

Resta, tuttavia, da stabilire quali saranno i criteri che i presidi dovranno seguire per arrivare alla scelta: chi arriva primo potrà scegliersi i docenti migliori? Cosa succederà, ad esempio, se uno stesso precario dovesse ricevere proposte di assunzione da più presidi o non dovesse riceverne affatto? Il lavoro della Commissione dovrà chiarire, e in fretta, quello che dal segretario Uil, Massimo Di Menna, è stato definito "un pasticcio cui manca totalmente la trasparenza".