A partire dal primo maggio, il sussidio di disoccupazione Inps cambierà: l'Aspi diventerà Naspi (Nuova assicurazione sociale per l'impiego). Chi perde il lavoro a partire dall'1 maggio 2015, lavoro, dovrà fare richiesta della nuova indennità. Ma è più o meno conveniente rispetto alla precedente? Proviamo a fare un confronto fra i due sussidi e capire se il cambiamento è o meno a favore dei disoccupati.

Inps, Naspi contro Aspi: durata, requisiti e importi

Iniziamo col dire da subito che la durata e l'importo del nuovo sussidio di disoccupazione Inps Naspi, sono maggiori rispetto a quelli del precedente Aspi.

Parliamo di una durata massima di 24 mesi, contro i 10 della precedente indennità (18 per gli over 55). Ma se in generale è così, non lo è esattamente per tutti. A pagare lo scotto sono i lavoratori precari e quelli che non hanno avuto un lavoro continuo e regolare. Queste categorie, infatti, saranno penalizzate dal nuovo metodo di calcolo che premia chi ha lavorato più mesi. Inoltre sono esclusi dal calcolo i periodi lavorativi che precedono i 4 anni, penalizzando così il lavoratore stagionale e a tempo determinato. I requisiti cambiano anche: mentre con Aspi bastava avere un anno di contributi alle spalle, adesso è necessario aver lavorato per almeno 30 giorni nell'arco dell'ultimo anno e aver versato minimo 13 settimane di contributi negli ultimi quattro anni.

L'importo massimo sale dai 1195 euro dell'Aspi ai 1300 euro della Naspi.

Aspi contro Naspi: i tagli agli importi

Sono diversi anche i tagli progressivi agli importi dei sussidi. Con l'Aspi era fissata una riduzione del 15 percento dopo i primi 6 mesi di disoccupazione e si un ulteriore 15 percento per chi percepiva gli importi oltre l'anno.

Naspi prevede un assegno pieno per 3 mesi e una riduzione regolare del 3 percento mensile per i successivi. Nell'arco di 18 mesi, l'importo è già metà di quello iniziale. Per ulteriori informazioni e aggiornamenti su questo e altri argomenti simili, clicca il tasto Segui in alto vicino al titolo.