"Quando parliamo di Pensioni dei giovani commettiamo un errore e ci soffermiamo soltanto sul passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo" ha spiegato il Presidente della Commissione lavoro alla Camera Cesare Damiano in un'intervista rilasciata per le cronache del Garantista, sottolineando che "le pensioni dei giovani saranno più basse di quelle delle generazioni precedenti". Il tema è di grande attualità perché gli attuali trentenni rischiano di restare schiacciati nella morsa della povertà, con lavori precari e stipendi bassi all'inizio della carriera e con pensioni non sufficienti nel futuro, quando raggiungeranno l'età della pensione.

Partendo da queste considerazioni si sta pensando ad un aiuto di welfare che possa integrare le pensioni contributive di circa 500 € al mese, un fisso che verrebbe pagato grazie alla fiscalità generale e che permetterebbe a quelli che oggi sono giovani lavoratori di vivere una vita dignitosa una volta raggiunta l'età della quiescenza.

Riforma pensioni, nuovi appelli alla flessibilità: si agisca già a partire dal Def

Ma ad essere al centro del dibattito non è solo la criticità delle pensioni troppo basse relative ai giovani trentenni; continua infatti a tenere banco la questione dei pensionandi che vivono situazioni di disagio, come ad esempio nel caso dei precoci e degli esodati o dei disoccupati in età avanzata che sono stati tagliati fuori dall'Inps con l'irrigidimento dei requisiti di accesso deciso con la Riforma Fornero.

Queste persone stanno aspettando una risposta dai legislatori, che finora sono intervenuti sulla materia solo con una serie di salvaguardie e sanatorie ad hoc. Per questo motivo, la Commissione lavoro alla Camera ha chiesto all'esecutivo (tramite l'approvazione di una risoluzione) di inserire dei provvedimenti già all'interno del Documento di economia e finanza, "introducendo un criterio di flessibilità per l'accesso al pensionamento".

Il Presidente Damiano ha detto di attendersi una risposta concreta nella prossima legge di stabilità, perché aspettare ulteriormente significherebbe accrescere la povertà e il disagio dei cittadini.

Inps e Governo al lavoro sulla flessibilità, le prime proposte sono attese per il mese di giugno

Nel frattempo proseguono anche i lavori del Neo Presidente Inps Tito Boeri e dei tecnici che fanno capo al suo istituto; non si parla solo di trasparenza tramite l'operazione "busta arancione".

Il professore della Bocconi starebbe lavorando infatti ad un dossier contenente una nuova forma di reddito minimo per tutti gli ultra 55enni, oltre a delle proposte concrete per offrire la pensione anticipata a chi vive situazioni di difficoltà in un'età vicina alla data di pensionamento. L'idea più discussa è quella di utilizzare lo strumento del ricalcolo contributivo per aprire le porte dei prepensionamenti, cercando in questo modo di offrire la maggiore flessibilità possibile senza andare incontro a veti da parte dei tecnici di bilancio. Le proposte dovrebbero arrivare sul tavolo dell'esecutivo (ed in particolare del Ministro Poletti) entro il prossimo mese di giugno.

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