Considerati al centro della riforma della Scuola ideata dal Governo Renzi, il disegno di legge sta aizzando anche i presidi: dello scettro da "super-presidi", infatti, se ne fanno ben poco se dovessero rimanere discriminati nei confronti di tutti gli altri dirigenti della pubblica amministrazione. Quasi sempre si tratta di sovrintendere a centinaia di dipendenti, ma lo stipendio è giudicato inadeguato rispetto alle responsabilità e agli oneri.

I dirigenti scolastici hanno scritto una petizione indirizzata al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella affinché prendesse in esame la loro richiesta: vogliono essere inquadrati nell'area della dirigenza pubblica dopo che la riforma della PA firmata dal ministro Madia li ha lasciati fuori dal ruolo unico.

Riforma Scuola: chiamata diretta precari e assegnazione merito preoccupa i presidi

Ma l'aspetto economico non è l'unico a preoccupare i presidi: il meccanismo del merito e della valutazione piace ai dirigenti, ma occorrerà vedere di quali strumenti saranno dotati per non cadere in discrezionalità inconsapevoli. Insomma, i dirigenti scolastici hanno tutto l'interesse affinché possano essere scelti nelle proprie scuole i docenti più capaci e più meritevoli. Ma proprio i presidi, additati come "sceriffi" o "sindaci" per sottolinearne il potere autoritario loro accordato dalla riforma della Scuola, sono finiti nel tritacarne delle polemiche.

In ragione di queste polemiche, il concetto di valutazione sta diventando l'ago della bilancia essenziale della riforma della scuola: da come è passato il testo alla Camera pronto per la discussione al Senato, i prof saranno valutati da un Comitato composto da due docenti, un genitore ed uno studente.

Il preside, dopo aver sentito il loro parere, assegnerà ai più meritevoli le somme destinate per il merito. Duecento milioni di euro da dividere per un numero enorme di docenti: anche se il premio venisse assegnato ai 2/3 o alla metà dei prof, sarebbero appena poche decine di euro ciascuno.

In tanti sono sospettosi sulla validità del meccanismo: come si fa a far valutare il docente dal genitore e dallo studente?

Sarebbe un po' come far valutare il vigile dall'automobilista multato.

Di certo, la decisione finale spetterà sempre al preside: ed è su questo accentramento di poteri che si insinua il dubbio maggiore. La discrezionalità dei presidi nella valutazione del merito e nella scelta degli insegnanti fa rivivere i fantasmi delle baronie e dei favoritismi. E più che di riforma, dovremmo parlare di un lungo salto all'indietro contrario a qualsiasi criterio di rinnovamento.