Il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, è stato ospite della trasmissione domenicale 'L'Arena', in onda su Raiuno e condotta da Massimo Giletti: un intervento, quello del premier, che, tra l'altro ha suscitato le vibranti proteste dell'onorevole Renato Brunetta che ha subito 'twittato' un messaggio emblematico che non ha bisogno di alcun commento (Massimo Giletti intervista in ginocchio @matteorenzi. Vergogna!). Il riferimento di Brunetta è strettamente legato al discorso della 'par condicio' e proprio per questo il presidente dei deputati di Forza Italia ha già annunciato la sua intenzione di presentare un'interrogazione parlamentare a riguardo.

Renzi recita il 'mea culpa' anche in TV sulla mancanza di dialogo con i docenti

Naturalmente, il capo del governo, durante la sua chiacchierata televisiva, non poteva esimersi dal trattare l'argomento Scuola, una questione che, ormai, sta assumendo anche un grande valore dal punto di vista politico. Renzi ha ammesso i propri errori di comunicazione in merito alla sua 'Buona Scuola', ma si dichiara disposto al dialogo e alla discussione. 

Ho sbagliato anche alla lavagna, - ammette il Presidente del Consiglio riferendosi al video messaggio di circa 18 minuti inviato ai docenti qualche giorno fa - Infatti, mi hanno detto che si dice cultura umanistica (e non umanista come aveva scritto con i gessetti...)”.

'I docenti sono pronti ad essere valutati e sui poteri dati ai presidi abbiamo cambiato'

Il capo del governo ritiene che la stragrande maggioranza dei docenti abbia accettato l'idea di un sistema di valutazione, nonostante ci sia qualche insegnante che difenda la filosofia del cosiddetto sei politico. Secondo Renzi, il 'sei politico', ormai, appartiene al passato e proprio per questo la meritocrazia non può che diventare il punto centrale della riforma. 

Un altro dei punti importanti e maggiormente criticati del ddl all'esame del Parlamento è quello che riguarda le responsabilità e i poteri affidati ai presidi: a questo proposito, il leader del Partito Democratico ha ammesso che inizialmente la Buona Scuola aveva conferito molti poteri ai dirigenti scolastici, primo fra tutti quello di poter valutare i docenti, ma 'su questo punto abbiamo cambiato', si è affrettato a dire Matteo Renzi, quasi a voler sottolineare le modifiche apportate al testo originale della riforma della scuola.