"Aspettiamo di vedere come il Governo applicherà la sentenza": sono le parole perentorie in arrivo da Bruxelles in seguito alla decisione presa dalla Corte Costituzionale sul blocco delle rivalutazioni Istat per le pensioni superiori alle 1.450 €. La decisione era stata presa dal Governo Monti nel 2011 e riguardava principalmente il biennio 2012 - 2013, ma non risulta di poco conto perché potrebbe aprire un buco nei conti pubblici e variare retroattivamente il rapporto deficit / Pil del Bel Paese. Tanto che l'Ue ha già messo le mani avanti, nonostante la situazione non sia ancora del tutto chiara e i tecnici del Mef stiano ancora effettuando i dovuti conteggi, per verificare a quanto ammontano le necessarie coperture da mettere in campo.

"Qualsiasi cosa cambi" spiega l'Agenzia Ansa riprendendo il monito europeo, "gli obiettivi di bilancio del documento di programmazione finanziaria devono risultare compensati". Non c'è quindi molto spazio d'interpretazione per l'esecutivo, che da un lato è chiamato a risolvere una situazione verificatasi a causa delle scelte prese da un Governo precedente, mentre dall'altro è invitato dalle parti sociali a dare seguito alla sentenza, ma senza pesare nuovamente sulla popolazione.

Blocco adeguamento pensioni all'inflazione: Ministro del lavoro esclude soluzione tramite nuova patrimoniale

Stante la situazione, è da evidenziare prima di tutto che al momento non risulta ancora chiarito quale sarà l'impatto preciso della sentenza n.70/2015 sui conti pubblici: nel corso degli ultimi giorni si sono susseguite numerose ipotesi e stime, che vanno dai 5 miliardi di euro fino ad arrivare addirittura ai 13 miliardi.

D'altra parte, il dato è sicuramente sensibile per capire quale sarà la migliore strategia da seguire. La buona notizia è che al momento l'esecutivo esclude un nuovo balzello a carico dei cittadini: "sicuramente non faremo una patrimoniale" spiega il Ministro del lavoro Giuliano Poletti, rimarcando anche che "il Governo vuole ridurre le tasse e non aumentarle".

D'altra parte, i tecnici potrebbero prevedere di attuare numerose misure contenitive, come ad esempio la rateizzazione del pagamento del dovuto e l'innalzamento del moltiplicatore per il calcolo della soglia, mentre secondo alcuni esperti di welfare i pensionati che vorranno ottenere la rivalutazione mancata saranno costretti ad avviare una causa.

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