In questi ultimi giorni  è ripresa la discussione sulla riforma del sistema previdenziale italiano. Da più parti si auspica un intervento immediato dato che, a trarne beneficio, sarebbe tutta l'economia del nostro Paese. Molte sono le questioni sul tavolo del premier Renzi: si va dalla problematica relativa agli esodati al cosiddetto turn over generazionale, dall'equità di trattamento da assicurare a tutti i pensionati alla crescita della capacità di innovazione del nostro Paese.

Massima flessibilità alla riforma previdenziale per garantire la 'staffetta generazionale'

Le proposte sin qui avanzate (e non sono poche!!!), riportate in diversi articoli presenti sul sito internet pensionioggi.it, si dirigono verso un'unica direzione: garantire la massima flessibilità allo scopo di favorire la cosiddetta 'staffetta generazionale'. Dare, cioè, la possibilità a chi lavora di andare in pensione prima del raggiungimento degli attuali requisiti al fine di prevedere l'ingresso nel mondo del lavoro ai giovani lavoratori, in questo periodo in cui la disoccupazione giovanile ha raggiunto una situazione allarmante.

Per garantire il 'ricambio generazionale' ci sono diverse proposte sul tavolo del premier Renzi

Per applicare questo ricambio generazionale ecco che arrivano le varie ipotesi proposte da alcuni esponenti della politica italiana: applicazione della Quota 100, somma tra età anagrafica e anni di contribuzione; introduzione del prestito pensionistico, per dare la possibilità agli over 55 di andare in pensione attraverso un prestito dello Stato, da riconsegnare al raggiungimento dei requisiti richiesti; estendere a tutti i lavoratori il calcolo del trattamento pensionistico con il sistema contributivo; uscita dal lavoro al raggiungimento dei 62 anni di età e 35 anni di contributi con attraverso delle penalità.

Padoan: 'Gli arretrati da rimborsare corrispondono a circa 2,2 miliardi di euro'

L'Italia, nel frattempo, deve affrontare la problematica relativa alla propria economia che non cresce, oltre alla necessità di rimborsare i pensionati a seguito della sentenza della Consulta avvenuta il 30 aprile scorso. 'Gli arretrati da rimborsare ai pensionati corrispondono a 2,2 miliardi di euro. Successivamente, a regime questo trattamento ci costerà 500 milioni l'anno, a partire dall'anno prossimo', questo quanto dichiarato Pier Carlo Padoan in un'intervista al quotidiano La Repubblica.