Lunedì 18 maggio 2015 è una data che potrebbe cambiare il futuro del sistema previdenziale italiano. Il governo Renzi, in occasione delle dichiarazioni conseguenti all'approvazione del decreto legge sul rimborso dei pensionati, ha anche specificato che entro quest'anno cambierà la legge Fornero, attualmente in vigore. La normativa tanto discussa approvata da quasi tutti i partiti politici nel dicembre 2011 ed inserita nel 'decreto Salva-Italia', potrebbe essere modificata.

La legge Fornero ha provocato diverse problematiche sociali: esodati, quota 96 e blocco delle indicizzazioni

Questa norma ha provocato moltissime problematiche sociali, dagli esodati ai quota 96 fino a giungere al blocco delle indicizzazioni delle Pensioni per gli anni 2012 e 2013. C'è però chi sostiene che la riforma del 2011 ha evitato il default dei conti pubblici ed ha, almeno parzialmente, rimesso in piedi le casse dello Stato. A seguito del Cdm di lunedì scorso, che ha approvato il bonus di 500 euro che sarà elargito il primo di agosto, il premier Renzi ha rotto il silenzio su questo argomento tanto delicato quanto controverso. Ora le pensioni, quasi all'improvviso, sono tornate ad essere l'obiettivo principale dell'esecutivo in occasione, probabilmente, delle imminenti elezioni regionali e della sentenza della Corte Costituzionale del 30 aprile che garantirà rimborsi parziali a circa 4 milioni di pensionati.

Ma come cambierà la legge Fornero? Vediamo quali sono le proposte che si trovano sul tavolo di Renzi.

Il governo Renzi ha in progetto di introdurre dei correttivi alla legge Fornero

Il progetto del Governo non è quello di tornare alle norme ante-Fornero ma di introdurre dei correttivi per consentire di lasciare il lavoro prima del raggiungimento dei requisiti.

Proprio negli ultimi giorni è stata rilanciata l'ipotesi, da parte del presidente Inps Tito Boeri, di pensionamento anticipato con l'applicazione di penalizzazioni. Questa flessibilità dovrebbe essere introdotta sia per quei lavoratori che usufruiscono del sistema retributivo sia per quelli che usufruiranno del regime misto.

Il premier Renzi ha assicurato che i lavoratori potranno lasciare il lavoro al raggiungimento del 61esimo anno di età. Prima si andrà in pensione più alta sarà la penalizzazione applicata all'assegno percepito.