Le notizie che giungono in questi giorni mettono in evidenza che i conti pubblici italiani versano in condizioni di enorme difficoltà. Questo, naturalmente, non depone a favore della riforma del sistema pensionistico di cui si parla diffusamente in queste ore. I partiti politici sono pienamente favorevoli ad apportare le opportune modifiche alla legge Fornero, mentre c'è una certa ostilità che proviene dal Ministero dell'Economia e dall'Unione Europea, istituzioni che sono molto attente a quanto avviene nel sistema economico italiano.

Boeri e Gutgeld auspicano un intervento flessibile del sistema previdenziale

Per questo motivo, un intervento sulle Pensioni appare sempre più problematico da parte del governo Renzi per l'opposizione in ambito internazionale anche se Tito Boeri, presidente dell'Inps e Gutgeld, commissario per la spending review, auspicano una riforma flessibile del nostro sistema previdenziale per far riprendere il mercato del lavoro, dopo gli ultimi dati sulla disoccupazione arrivati dall'Istat. In ogni caso, al fine di 'rimpinguare' le casse dello Stato ci potrebbe essere la possibilità di intervenire tramite tagli alla spesa pensionistica, interventi negativi sulle baby pensioni, quelle di invalidità e di reversibilità.

Vediamo le proposte di riforma del sistema previdenziale

Probabilmente, solo tramite questi tagli si potranno cambiare i requisiti pensionistici, abbassando l'età pensionabile dagli attuali 66 anni e tre mesi di età anagrafica e 42 anni e 6 mesi (per gli uomini) di versamenti contributivi (un anno in meno per le lavoratrici). Questi requisiti, se nulla cambierà, saliranno, dal primo gennaio 2016, di 4 mesi in base all'aumento dell'aspettativa di vita. Vediamo, brevemente, quali sono i possibili interventi in materia di flessibilità sulle pensioni italiane.

Cesare Damiano ha proposto un sistema di uscita a Quota 100, cioè la somma tra età anagrafica e anni di contribuzione (un esempio: 62 anni di età e 38 anni di contributi).

Un'altra sua proposta è quella relativa all'abbassamento dell'età pensionabile a 62 anni di età e 35 di versamenti contributivi con l'applicazione di penalizzazioni che potranno raggiungere anche l'8 percento. Si parla anche del cosiddetto 'prestito pensionistico' con il quale il lavoratore potrà andare in pensione 2 o 3 anni prima degli attuali requisiti attraverso un anticipo fornito dallo Stato che il lavoratore dovrà restituire, a rate, una volta raggiunta la pensione.