In questi giorni non è in discussione alla Camera dei deputati solo il disegno di legge sulla Buona Scuola voluto dal Governo Renzi ma l'attenzione dei prof e del personale amministrativo, tecnico ed ausiliario (Ata) è concentrata anche sul disegno di legge numero 1577 sulla riforma della Pubblica Amministrazione. Tale disegno di legge è stato approvato lo scorso 30 aprile al Senato ed è dunque pronto alla discussione alla Camera. Il Ddl prevede, innanzitutto, che il Governo venga delegato ad adottare, entro il termine dei 12 mesi dall'entrata in vigore della legge, uno o anche più decreti legislativi indirizzati ad assicurare la piena raggiungibilità online alle informazioni ed ai servizi resi dalla Pubblica amministrazione.

Ma sono soprattutto gli articoli 11 e 12 che interessano maggiormente il personale della scuola.

Riforma Pubblica amministrazione, gli articoli che interessano i docenti e i dipendenti della scuola

Infatti, per l'articolo 11 del Ddl di riforma della Pa, i dipendenti della scuola sono interessati a meccanismi di flessibilità dell'orario di lavoro, anche in vista di una maggiore integrazione con le disposizioni riguardanti il congedo parentale, il telelavoro e l'indagine su forme di coworking e di smartworking. Si punterà a garantire, nello specifico, che i docenti e impiegati che dovessero utilizzare questi meccanismi, non ricevano penalizzazioni in fatto di riconoscimento della progressione di carriera e della competenza professionale.

Un passo in avanti in questa direzione è rappresentato dalla possibilità per le amministrazioni pubbliche di stipulare convenzioni che favoriscano la genitorialità con gli asili nido e le scuole dell'infanzia: i servizi dovranno essere resi anche nei periodi di chiusura delle scuole. Sono ancora in corso di discussione, invece, le norme che riguardano i controlli medici e legali per le assenze dei dipendenti dal servizio e la valutazione e la responsabilità disciplinare.

Infine, non ha trovato consensi l'emendamento di Anna Finocchiaro (Pd) in favore di un istituto giuridico che potesse favorire il ricambio generazionale, da tempo chiesto nella scuola. Tale proposta prevedeva l'adozione del part-time per il personale prossimo alla pensione, ma anche il versamento della differenza dei contributi (tra part-time e full time) a carico del dipendente contribuente.