Maggiore flessibilità in uscita, risoluzione del problema esodati e pensione anticipata, sono questi i punti cardine su cui si sta tuttora concentrando il Governo Renzi, rassicurando gran parte dei lavoratori rimasti svantaggiati dall'introduzione delle norme contenute dalla Riforma Fornero, che gli interventi saranno inclusi nella prossima Legge di Stabilità.

"Dal prossimo anno contiamo di concedere maggiore flessibilità in uscita ai lavoratori che abbiano intorno ai 60 anni di età. Senza stare a fare promesse: con la Legge di Stabilità stiamo studiando un meccanismo per dare un pochino di libertà in più", ha dichiarato il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, il quale avrebbe lasciato trasparire le proprie intenzioni nell'affrontare un tema così delicato.

Come riportato sul sito d'informazione "Pensioni Oggi", al vaglio del Governo vi sono varie ipotesi di intervento che attendono di essere analizzate. Per esempio, l'esecutivo starebbe pensando ad attenuare le quote retributive degli assegni previdenziali: maggiore sarà l'anzianità contributiva del lavoratore al 31 dicembre 1995, maggiore sarà la penalizzazione sull'assegno qualora quest'ultimo decidesse di uscire anticipatamente dal mondo lavorativo. Da non dimenticare che considerando tale ipotesi, la proposta avanzata tempo fa dal Presidente della Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano non potrebbe ricevere una considerazione visto che, uscendo dal lavoro all'età di 62 anni con 35 anni di contributi si potrebbe incorrere ad una decurtazione superiore all'8 %.

Stesso discorso vale per l'opzione donna. Infatti, stando a quando riportato su "Pensioni Oggi", nel momento in cui una lavoratrice di sesso femminile decidesse di andare anticipatamente in pensione potrebbe andare incontro ad una taglio sull'assegno pari al 20-25 % anche se bisogna considerare che, fermo restando i 35 anni di versamenti contributivi, l'età anagrafica potrebbe subire una variazione (da 57 anni passerebbe a 58 anni).

Tuttavia, il Governo potrebbe dare il via a nuovi interventi a a favore degli esodati che saranno costretti a scegliere i pensionamenti flessibili andando incontro alle decurtazioni sull'assegno qualora lo Stato non intervenisse con una settima misura di salvaguardia. Altri interventi invece, consisterebbero nel blocco dell'adeguamento dei requisiti alla speranza di vita, l'eliminazione delle cosiddette ricongiunzioni onerose e, infine, abrogare le penalizzazioni sugli assegni pensionistici per i lavoratori che raggiungono la massima anzianità contributiva senza aver maturato i 62 anni di età anagrafica.