Dopo circa un'ora e mezza di assemblea, il Consiglio dei Ministri ha approvato ieri il decreto sulla riforma Pensioni che affronta, tra le altre cose, tutte le complicazioni relative ai rimborsi e alla rivalutazione degli assegni previdenziali, dopo la sentenza della Corte Costituzionale sulla legge Fornero. Nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi, il premier Matteo Renzi e il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan hanno illustrato i punti chiave del decreto legge sulle pensioni, soffermandosi in modo particolare sui rimborsi dovuti in seguito alla decisione della Consulta, che ha dichiarato illegittima la norma sul blocco delle pensioni superiori a 1.443 euro, contenuta nel decreto Salva Italia del governo Monti.

Cosa cambierà, dunque, dopo le decisioni sulla riforma prese ieri dall'esecutivo?

Le novità presenti nel decreto sulla riforma pensioni

Rimborsi - Dal 1° agosto 2015, circa 3,7 milioni di pensionati riceveranno il cosiddetto "bonus Poletti": un rimborso una tantum che va, orientativamente, dai 750 euro per chi percepisce fino a 1.700 euro lordi di pensione, ai 450 euro per chi prende fino a 2.200 euro mensili e ai 278 euro per i pensionati che ricevono fino a 2.700 euro lordi al mese. Saranno invece esclusi dai rimborsi i 670mila pensionati che percepiscono una pensione superiore ai 3.200 euro lordi mensili.

Rivalutazione - A partire dal 2016, ai rimborsi verranno inoltre aggiunti gli aumenti degli assegni rivalutati in base al costo della vita: secondo quanto dichiarato dallo stesso Renzi, "chi prende una pensione di 1.700 euro lordi avrà una rivalutazione di 180 euro all'anno", chi percepisce 2.200 euro avrà un aumento di 99 euro", mentre "per chi prende 2.700 euro di pensione l'incremento sarà di 60 euro l'anno".

Flessibilità - Tra le novità introdotte dal governo Renzi in materia di riforma pensioni, le ultime notizie parlano anche di un intervento relativo alla flessibilità in uscita, previsto nella legge di Stabilità 2016: chi vorrà andare in pensione due o tre anni prima, potrà farlo senza aspettare obbligatoriamente i 66 anni di età o i 42 e mezzo di contributi, semplicemente rinunciando a una minima parte dell'assegno.

Pagamento - Il decreto legge approvato ieri dal Consiglio dei Ministri contiene, inoltre, un provvedimento che consentirà all'Inps, a partire da giugno, di pagare le pensioni direttamente il primo giorno del mese.

Sono tante, dunque, le novità in materia di riforma pensioni annunciate da Renzi nel corso della conferenza stampa di ieri.

Il testo del decreto, che - come ricorda il Post - è uno strumento che ha valore di legge e può essere utilizzato dal governo per legiferare su questioni di massima urgenza, verrà reso pubblico soltanto dopo essere stato consegnato alla Camera dei Deputati e al Senato e dovrà essere discusso e approvato dal Parlamento entro sessanta giorni.