Il mondo della Scuola è in fermento e le attività e le iniziative contro l'approvazione del ddl di riforma scuola 2015 di Renzi-Giannini si susseguono in continuazione. Segnaliamo in questo articolo, l'iniziativa di un'associazione di insegnanti di ruolo e precari, i 'Gessetti rotti', che stanno facendo girare online un appello al Presidente della Repubblica sui profili di incostituzionalità contenuti all'interno del disegno di legge sulla 'Buona scuola'. L'idea nasce proprio dal fatto che il confronto pubblico con Renzi e il governo risulta essere impossibile e, del resto, il fatto che uno sciopero che ha coinvolto l'80% del personale scolastico non abbia influenzato minimamente il percorso parlamentare ha già fatto parlare molto e, secondo i sindacati, segnalato una certa emergenza democratica.

L'appello a Mattarella dei 'Gessetti rotti': news riforma scuola 2015 di Renzi al 27-05

L'idea di fondo dell'iniziativa è che il ddl di riforma scuola 2015 di Renzi contenga dei chiari e netti profili di incostituzionalità e che dunque il presidente Mattarella, in quanto figura "custode" della Costituzione, dovrebbe bloccarne il processo normativo. Secondo l'associazione il primo articolo che sarebbe violato è il n. 33, quello che indica che "l'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento", in quanto la chiamata diretta da parte dei dirigenti scolastici sarebbe una enorme limitazione a questo principio. Il preside-padrone, infatti, potrebbe avere la possibilità di scegliere quella che viene chiamata oramai "squadra" sulla base di meri principi soggettivi, dunque arbitrari, dunque limitanti la libertà dell'insegnante.

Un altro articolo della Costituzione che verrebbe "violato" dalla riforma scuola 2015 è il n. 97, quello che riguarda i principi di imparzialità e buon andamento della Amministrazione Pubblica: la chiamata diretta, infatti, violerebbe l'imparzialità e potrebbe discriminare i soggetti coinvolti.

La scuola non è un'azienda: 'Gessetti rotti' contro la riforma scuola 2015 di Renzi, news 27-05

L'appello prosegue con alcune indicazioni di contenuto: il ddl di riforma scuola 2015 di Renzi definisce la scuola come un'azienda, ma essa non potrà mai esserlo perché si tratta non di un'agenzia di servizi ma di un'istituzione che è per natura una "comunità" e che dunque ha bisogno di un tipo di organizzazione che sia orizzontale e partecipativa piuttosto che autoritaria e verticistica.

La domanda che viene posta riguarda sempre la figura del preside-padrone: chi giudicherà il suo operato e i suoi eventuali abusi? E soprattutto il rischio maggiore è che questa dinamica mini l'unità interna del corpo docente, creando un meccanismo di competizione per l'ottenimento delle premialità, cosa che non può essere accettata e non può rientrare nella logica di un'istituzione formativa che dovrebbe essere, per natura, collaborativa.

La petizione e la raccolta di firme contro il ddl di riforma scuola è ancora attiva ed è possibile ancora partecipare all'iniziativa. Per restare aggiornati su questi temi, il suggerimento è cliccare sul tasto "Segui" in alto sopra il titolo dell'articolo.