I numeri dello sciopero del 5 maggio contro la riforma scuola Renzi per il 2015 sono da considerarsi "storici": 80% di adesioni e scuole bloccate e quasi mezzo milione di manifestanti in tutta Italia. Le motivazioni erano varie: dall'esclusione dal piano assunzioni dei docenti abilitati TFA e PAS all'aumento dei poteri del preside-padrone, passando per i blocchi stipendiali e l'eliminazione del personale ATA dal sistema delle assunzioni. I sindacati, però, rilanciano la sfida perché la giornata del 5 maggio non deve restare soltanto una data: i prossimi appuntamenti sono il boicottaggio delle prove Invalsi per il 6, 7 e 12 maggio indetto dai Cobas; la possibilità di indire lo sciopero degli scrutini, mossa immaginata dal sindacato Gilda; la volontà di "commissariare" Renzi con le richieste all'Europa portate da Pacifico dell'Anief.

Boicottaggio Invalsi e sciopero scrutini: le mosse contro la riforma scuola Renzi per il 2015, news 06-05

Le prossime mosse contro la riforma scuola Renzi per il 2015 riguardano innanzitutto il boicottaggio delle prove Invalsi, considerate dal mondo della Scuola una modalità di controllo e gestione del personale discente mediante un sistema di valutazione che non premia il pensiero critico ma soltanto la capacità sterile di rispondere a quiz: a indirlo per il 6, 7 e 12 maggio, giornate in cui si terranno le prove, è il sindacato Cobas. Intanto, giunge anche la proposta del sindacato Gilda per una forma di protesta tra le più dure che il mondo della scuola può mettere in campo: lo sciopero degli scrutini.

Centrale resta l'idea che non può essere accettata una riforma scuola calata dall'alto e che crea divisioni e sperequazioni tra i discenti, che presenta un modello che crea scuole di serie A e di serie B. Della stessa idea è la Camusso della CGIL che ha già promesso nuove inziative e forme di protesta, qualora le richieste della scuola non vengano accolte dal governo Renzi.

L'Anief a Bruxelles per "commissariare" Renzi: la protesta contro la riforma scuola 2015 di Renzi, news 06-05

Mentre si svolgeva il partecipato sciopero del 5 maggio, Marcello Pacifico dell'Anief (che aveva manifestato il 24 aprile) si è recato a Bruxelles per portare all'attenzione dell'Europa le condizioni che il governo Renzi ha dettato, all'interno del ddl di riforma scuola 2015, per quanto riguarda il piano assunzioni.

Le denunce dell'Anief sono tre: in primo luogo il fatto che non si sia agito in vista della stabilizzazione dei precari con 36 mesi di servizio, così come era richiesto proprio dalla sentenza europea; in secondo luogo il piano assunzioni prevede la chiamata di un solo docente precario su tre, tra quelli presenti nelle GaE, nelle Graduatorie d'Istituto e di merito; la cancellazione del piano per assumere gli ATA, nonostante vi siano circa 10mila posti liberi. L'idea è quella di chiedere all'Europa di intervenire attraverso lo strumento delle sentenze o mediante richieste ufficiali.

Intanto il calendario del governo Renzi per l'approvazione del ddl di riforma scuola 2015 resta inalterato: 12 maggio conclusione dei lavori in Commissione, 14 maggio voto sulle cosiddette pregiudiziali, 19 maggio voto finale.

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