Matteo Renzi non era presente all'incontro di ieri tra governo e sindacati come confronto sui temi della Buona Scuola: ad ascoltare i 'rimproveri' delle forze sociali all'esecutivo per tutti quei punti che non piacciono al personale scolastico c'erano le 'fedelissime Onorevoli' Marianna Madia e Maria Elena Boschi, oltre all'immancabile Onorevole Stefania Giannini. Forse la presenza del Presidente del Consiglio sarebbe stata più opportuna visto che il principale promotore della tanto discussa riforma è proprio lui. E invece, il premier si è limitato solamente ad intervenire ieri mattina nella redazione di 'Repubblica', ammettendo, comunque, le proprie colpe in merito alla situazione particolarmente nervosa che si è venuta a creare all'interno del comparto scuola.

Avanti con la riforma: Renzi ha già calcolato il 'danno elettorale'

In realtà, la riforma della scuola è nata male (lo scorso settembre) e sta andando avanti peggio, perchè i docenti hanno capito da tempo che 'gli odiati punti' contenuti nel disegno di legge in discussione al Parlamento, quelli devono restare, caschi il mondo. L'autonomia scolastica è l'essenza dei principi renziani sulla scuola e cancellarli dalla riforma equivarrebbe ad una clamorosa sconfitta pubblica. Se la stragrande maggioranza dei docenti e del personale Ata ha già espresso il proprio 'pollice verso', non solo verso la Buona Scuola ma anche e soprattutto verso il 'personaggio politico Matteo Renzi' (ricordiamoci il recente Flash Mob social 'Noi non voteremo più il PD'), dall'altra il premier è convinto che la protesta degli insegnanti, con il minacciato blocco degli scrutini, potrà addirittura rappresentare un 'boomerang' che finirà per colpire gli insegnanti stessi. 

Matteo Renzi scommette sul malumore delle famiglie

Perchè possiamo dire così?

Ebbene, il Presidente del Consiglio, come un leader politico che si rispetti, continua a monitorare, giorno per giorno, le reazioni degli elettori e le percentuali di preferenze al voto: così è stato anche all'indomani dello sciopero dello scorso 5 maggio. Al Nazareno sono convinti che un eventuale blocco degli scrutini o le minacce di nuovi scioperi proprio in coincidenza della fine dell'anno scolastico finiranno per creare malumore nelle famiglie con i figli che vanno a scuola.

Si pensa, addirittura, che più i docenti protesteranno, più le famiglie italiane si schiereranno dalla parte del governo, anche in virtù del fatto che le vacanze estive sono ormai alle porte.

'La scuola è delle famiglie': chi ha orecchi per intendere intenda

Non a caso, i più attenti 'scrutatori' delle dichiarazioni renziane rilasciate ieri a 'Repubblica', avranno colto nella frase 'La scuola non è né del governo, nè dei sindacati, ma delle famiglie', questo sottile riferimento alle conseguenze della protesta degli insegnanti. Insomma, Matteo Renzi l'ha fatto capire ai docenti: 'Le famiglie sono dalla mia parte, dei vostri voti posso anche fare a meno. Ecco perchè vado avanti per la mia strada'.