FABRIANO - Si avvicina la "resa dei conti" per la vertenza Whirpool-Indesit. Si procederà ad oltranza e senza sosta. Non importa che Uilm e Fim non siano d'accordo. Il prossimo 28 maggio a Firenze ci sarà l'incontro della Whirpool con i sindacati. Tema caldo della querelle sarà proprio la ridefinizione dei 2.060 esuberi in tutta Italia. Chi dentro e chi no. Per ora tanta amarezza da parte degli operai e di quanti impiegati si sono visti recapitare lettere "amare". Dopo Carinaro, anche la sede di Albacina verrà chiusa e gli uffici svuotati, come riportano i numerosi quotidiani locali marchigiani.

Cosa accadrà? Non solo gli operai, ma anche gli impiegati d'ufficio rischiano di essere "tagliati fuori" da una delle più grandi aziende italiane, che hanno fatto la storia degli elettrodomestici nel mondo, prima di essere "fagocitati" dalle decisioni dei nuovi "padroni" americani.

La risposta del Governo ai lavoratori Indesit a rischio

Intanto dal Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, continua a giungere come un'eco assordante la beffarda convinzione: "L'acquisizione americana era un'operazione necessaria, senza la quale Indesit avrebbe chiuso" e aggiunge come consolazione: "Siamo impegnati perché l'azienda faccia marcia indietro sul livello di esuberi, partendo da Carinaro, ma anche per Fabriano, sede storica, perché si recuperino posti di lavoro".

Un presidio di oltre 400 lavoratori Indesit ha animato uno sciopero unitario di tre ore di protesta per avere "più certezze e meno promesse", proclamato dalle Rsu di Fim, Fiom e Uilm. Ha preso parte al sit-in nella sede di Fabriano anche Maurizio Landini, segretario Fiom, parlando a gran voce: ''Whirlpool deve mettere sul tavolo tutto quello che vuole fare.

La chiusura di None e Carinaro va rigettata. Di fronte a 500 mln di investimenti vogliamo capire quale piano c'è. Non si può dire investo qui e licenzio dall'altra parte- ed ha aggiunto- Nessun furbo. Non si firma nulla senza il consenso e il coinvolgimento di tutti i lavoratori".

Su Facebook si fanno sentire tutti i lavoratori Indesit d'Italia

La pagina Facebook "No alla chiusura degli stabilimenti Indesit in Italia", che conta ormai gli oltre 3mila seguaci, fa sentire la propria voce, dietro la quale si cela quella dei migliaia di lavoratori che per anni hanno dato "l'anima" all'azienda, lavorando senza sosta e con quella sicurezza che intanto vacillava sotto le membra di un sistema d'impresa fatto di falle e crepe. Qual è il vero prezzo di questa "fantastica acquisizione americana" come l'ha definita Renzi? Ecco in sintesi lo stato d'animo di tutti i lavoratori Indesit in queste ore di estenuante attesa: "Gli americani vogliono ridisegnare a modo loro l'azienda, mandando una fornitura di cookies a colazione per mantenere la coscienza a posto?

In che modo potremo dire alle nostre mogli ed ai nostri figli che non possiamo più pagargli gli studi o sfamarli? Colpiranno tutti ormai, senza esclusione di colpi. Sono loro i Padroni, svegliamoci!".