Stabilizzazione graduale di tutti i precari, questo l'obiettivo prioritario della minoranza del Partito Democratico al Senato. Partire da quelli rientranti nel piano assunzionale del disegno di legge di Matteo Renzi, per poi procedere con tutti gli abilitati (TFA, PAS, Diplomati magistrale ante 2001/2002) e con coloro che hanno tre anni di insegnamento. Ricordiamo che per i diplomati magistrale ante 2001/2002 si è aperta una nuova speranza a seguito della sentenza del giudice del lavoro di Cremona che ha dato pienamente ragione a sette ricorrenti che avevano chiesto non solo il riconoscimento del titolo, ma anche l'inserimento nelle graduatorie di prima fascia e soprattutto di poter rientrare tra coloro da immettere in ruolo dal 1 settembre, secondo il piano assunzionale del premier.

Il piano di assunzioni dei senatori Dem prevede almeno tre anni di servizio anche non continuativi

Per i docenti con 3 anni di insegnamento gli emendamenti della minoranza del Partito Democratico al Senato, specificano che per anno di servizio si deve intendere un periodo di lavoro non inferiore a 180 giorni, anche non continuativi, oppure il servizio prestato dal 1 febbraio fino al termine delle attività didattiche senza soluzione di continuità. Altra novità rilevante, come viene precisato negli emendamenti, è quella che i 3 anni possono essere anche non consecutivi. Questo per consentire l'accesso ai molti docenti precari che hanno insegnato per anni in diversi istituti scolastici senza la certezza di una sede e soprattutto senza la certezza del posto di lavoro, ma con la dignità e la professionalità acquisita sul campo.

La minoranza Dem spinge per altri 180 mila precari oltre i 107 mila del ddl, seppur scaglionati nel tempo

Come si può facilmente evincere, la minoranza del PD spinge sull'acceleratore delle assunzioni di tutti i precari, costringendo il loro segretario nonché primo ministro e paladino della "buona Scuola" Matteo Renzi, a rivedere la sua rigida posizione sul piano assunzionale in discussione al Senato.

Com'è ormai noto, le assunzioni previste per il 1° settembre 2015, nelle previsioni del Premier arriverebbero al massimo a 107 mila, quelli che resterebbero fuori sarebbero circa 180 mila secondo le stime sindacali. Troppi per la minoranza Dem, troppi per i sindacati, troppi soprattutto per gli esclusi. Il dibattito al Senato è serrato e rovente, dove i numeri contano, ma lo è altrettanto all'interno del PD.

Riuscirà la minoranza Dem a convincere il proprio segretario-premier a dare i numeri giusti?

Questo lo sapremo presto, la settimana che si apre con lunedì 15 sarà decisiva per la sorte dei diretti interessati ma, forse, anche per la tenuta del governo. Seguiteci vi terremo come sempre aggiornati. Voi intanto cliccate su "Segui" posto in alto sopra al titolo per restare aggiornati su questo tema.