'Il ministro Padoan ha affermato che il tema della flessibilità in uscita è uno dei primi punti all'ordine del giorno del Governo: questo ci conforta. Ci auguriamo che l'incontro tra il ministro dell'Economia, Poletti e Boeri porti a un chiarimento circa la posizione del Governo': ad esprimersi è il presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano, che non perde mai occasione di incalzare Renzi circa la necessità di guardare alla manovra previdenziale con determinazione e coerenza. Al momento il dibattito è tutto incentrato sul decreto rimborsi che tanto sta spaccando sindacati ed esponenti politici: le fazioni sono divise in due tra chi ritiene ragionevole la proposta dell'Esecutivo che ha considerevolmente ridotto la platea di beneficiari del bonus post decisione della Consulta e chi invece si dice sconcertato per un decreto che rischia di 'comminare un'altra truffa ai cittadini'.

La partita è di quelle importanti anche per quanto riguarda il caso pensioni lavoratori precoci e lavori usuranti, per i quali vengono messi a rischio interventi ad hoc (su tutti Quota 41) proprio a causa della mancanza di fondi. Se il governo dovesse restituire più dei 2 miliardi di euro sui 17 totali che dovrebbe rendere il monte spese a disposizione dell'Esecutivo in vista di nuove manovre si ridurrebbe infatti ulteriormente, con buona pace di chi dopo aver lavorato per 40 anni sente ancora parlare di pensionamento anticipato. Anche l'ipotesi contributivo non convince nessuno, con Tito Boeri, massimo esponente della misura, al centro di pensati critiche.



Novità e ultime notizie pensioni lavoratori precoci e lavori usuranti: Damiano in pressing, Boeri sotto accusa, è caos sui rimborsi

'La nostra proposta di flessibilità non può essere liquidata come un problema di costi come ha fatto l'INPS […] A noi risulta che nel periodo 2020-2060 il sistema pensionistico risparmierà circa 350 miliardi di euro. Il dato è stato confermato dalla Ragioneria. Da una massa di risorse così ingente si può ricavare quanto serve per una misura di giustizia e di modernità […] E' inaccettabile che si risponda a questa domanda proponendo il ricalcolo dell'assegno pensionistico integralmente con il sistema contributivo': a tuonare in questi termini è stato ancora una volta Cesare Damiano, evidentemente stufo del ritornello opposto da governo Renzi e INPS di Boeri. 'Non ci sono soldi' è una frase che l'ex ministro non vuol più sentire: le risorse ci sono e di privilegi da tagliare per ricavare fondi ce ne sarebbero e come. Le vertenze pensioni lavoratori precoci e lavori usuranti rischiano allora di finire nel dimenticatoio data la delicata situazione di queste due categorie: in particolare il caso precoci va tenuto distinto dagli altri perché si parla di gente che ha iniziato a lavorare prima della maggiore età. Servono dunque manovre strutturali che al momento vengono messe a rischio dalla millantata carenza di risorse. La speranza allora è che i sindacati sappiano farsi sentire nell'ambito del tavolo permanente messo in piedi con il governo Renzi.



Gran parte dell'attuale dibattito, si diceva, è al momento assorbito dal decreto sul rimborso delle pensioni: 'Il lavoro che stiamo facendo sul decreto Pensioni mira a dare maggiori certezze ai giovani e ai lavoratori in difficoltà: la massa di contributi versati, sulla quale verrà calcolata la pensione con il sistema contributivo, non deve subire svalutazioni per gli andamenti negativi dell'economia' ha dichiarato Anna Giacobbe del PD. Di segno opposto le parole del Senatore di Forza Italia Domenico Scilipoti: 'Se il Governo non ritira il decreto con il quale restituisce solo una piccolissima parte del maltolto ai pensionati, si rende artefice di una vera e propria truffa a danno di quegli italiani che più di altri vivono in condizioni di indigenza […] Renzi e i suoi ministri rispettino il pronunciamento della Corte costituzionale e restituiscano il 100% del dovuto'.