"Il gioco del Governo è chiaro: invece di rigettare in tutto e per tutto la riforma Fornero, cerca di spremere altre risorse da quei lavoratori che hanno visto allontanarsi l'età pensionistica": sono le parole pubblicate nella giornata di ieri sul blog di Beppe Grillo, in un articolo con il quale si offre un metaforico commiato alla previdenza in Italia. "Si tratta dell'ennesimo ricatto" prosegue il testo dell'articolo, spiegando che di fatto questa opzione potrebbe tagliare fuori i pensionati dalla possibilità di arrivare al giorno della quiescenza con una certa serenità economica.

L'evidente riferimento è alla penalizzazione che questi dovrebbero subire accettando una forma di pensionamento anticipato, visto che la flessibilità diversamente non risulterebbe fattibile per i vincoli di bilancio D'altra parte, se i lavoratori non rinunciassero ad una parte dei propri diritti dovrebbero restare bloccati nel proprio impiego fino al raggiungimento dei parametri decisi con la legge Fornero. Questo perché è stato reso implicito che il costo della flessibilità in uscita dovrà necessariamente rientrare nel patto di stabilità, consentendo all'Inps dei risparmi nel medio e lungo termine. Ma come se ciò non fosse già sufficiente, l'articolo rilasciato sul blog grillino sottolinea come tutto questo avviene in un contesto nel quale il nostro istituto di previdenza pubblica continua ad erogare vitalizi e Pensioni d'oro.

Flessibilità in uscita dal lavoro e riforma delle pensioni: le misure allo studio dall'esecutivo con quota 97 e 41

Stante la situazione, bisogna ricordare che le proposte di flessibilizzazione nell'accesso al pensionamento sulle quali starebbe convergendo l'esecutivo restano per il momento due. La prima riguarda la cosiddetta quota novantasette, che prevede di offrire l'uscita dal lavoro ad almeno 62 anni di età e con 35 anni di versamenti all'Inps, previa l'accettazione di una penalizzazione massima corrispondente a circa una mensilità all'anno.

L'altra opzione prevede invece di garantire la quiescenza dei lavoratori precoci così come di tutti coloro che hanno iniziato a lavorare in giovane età: questi soggetti potrebbero trovarsi in difficoltà con lo sbarramento puramente anagrafico che caratterizza il sistema a quote, pertanto si sta pensando di offrire loro una possibilità di prepensionamento con 41 anni di versamenti, senza altri parametri di tipo anagrafico.

Come da nostra prassi ormai consolidata, vi ricordiamo la possibilità di condividere con gli altri lettori del sito le vostre opinioni tramite l'aggiunta di un commento, mentre per restare aggiornati sulle prossime novità previdenziali potete cliccare il comodo tasto "segui" disponibile in alto, sopra al titolo dell'articolo.