Arrivano nuove interessanti proposte di welfare per tutti i lavoratori in età avanzata che si sono trovati a sperimentare una situazione di disagio a causa della crisi economica, nonché dell'innalzamento nei requisiti anagrafici e contributivi di pensionamento seguiti alla riforma del settore avvenuta nel 2011. Di fatto stiamo parlando di coloro che sono rimasti disoccupati o inoccupati in un'età troppo avanzata per potersi reinserire nel mondo produttivo e troppo giovane per poter rientrare nelle tutele dell'Inps. Alcuni di questi soggetti sono rientrati nelle precedenti salvaguardie parlamentari (si pensi ad esempio alle sei misure approvate in relazione al caso esodati), ma nella pratica sono ancora troppi coloro che rischiano di vivere una situazione drammatica senza avere delle adeguate coperture di welfare.

Per questo motivo, in Parlamento si sta lavorando a delle opzioni he potrebbero fare da ponte per coloro a cui mancano pochi anni al pensionamento.

Sgravi previdenziali e prestito Inps: ecco come si pensa di concretizzare nuove misure di flessibilità per gli over 55 anni

Stante la situazione, i Parlamentari Giorgio Santini e Carlo dell'Aringa (del Partito democratico) hanno depositato presso il Senato della Repubblica un disegno di legge (numero 1943) che prevede l'attuazione di tre possibili interventi sul caso dei lavoratori disagiati ultra cinquantacinquenni. Il primo prevede un bonus di tre anni sotto forma di sgravi nei versamenti dei contributi per le aziende che decideranno di offrire una nuova collocazione lavorativa ai soggetti con i requisiti anagrafici appena indicati.

Un altro possibile intervento riguarda il prolungamento del sostegno di welfare garantito dall'Asdi, che potrebbe di fatto raddoppiare passando dai 6 mesi ad un intero anno di durata. Ricordiamo inoltre che il lavoratore potrà beneficiare in precedenza della Naspi, che prevede una copertura fino a 24 mesi. In questo modo, la fruibilità complessiva dei diversi sostegni assistenziali potrebbe arrivare ai tre anni di tempo.

Se ancora questo non fosse sufficiente, potrebbe scattare il terzo meccanismo di tutela, che dovrebbe prevedere l'accompagnamento alla quiescenza tramite l'erogazione di un prestito previdenziale, che fornirebbe un ulteriore sostegno di almeno cinque anni. L'assegno sarebbe inoltre accumulabile con altri redditi da lavoro, purché l'importo di quest'ultimi non risulti superiore a quello del sostegno erogato.

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