Da mercoledì prossimo, 3 giugno 2015, riprenderanno in Senato i lavori per l'approvazione della riforma Buona Scuola, voluta dal Presidente del Consiglio, Matteo Renzi. In queste ultime settimane, condite da vibranti polemiche e vivaci contestazioni, si è dato poco risalto all'aspetto riguardante le cosiddette 'deleghe in bianco', contenute nell'articolo 22 del disegno di legge N. 2994: secondo quanto contenuto in questo passaggio chiave della riforma, il governo si riserva di provvedere, nei prossimi 18 mesi, al riordino, alla semplificazione nonchè alla codificazione delle varie disposizioni legislative che riguardano l'istruzione. 

Scuola e assunzioni docenti: i 'misteri' da chiarire

Per comprendere meglio il significato e l'importanza di tale aspetto della Buona Scuola, facciamo un esempio pratico riguardante le assunzioni. Nella riforma si parla di contratto a tempo determinato di durata triennale ma ci sono diversi punti oscuri che avvolgono questa fase importante del disegno di legge N. 2994. 
Chiediamoci: quale sarà lo stipendio del docente neoassunto? Inoltre, si parla di un primo anno in cui l'insegnante dovrà conseguire un diploma di specializzazione mentre, nei due anni successivi, sarà oggetto di tirocini formativi che porteranno all'assunzione vera e propria del docente. Viene detto, però, che al termine del triennio, il nuovo assunto dovrà essere anche valutato in merito alle competenze raggiunte e allora viene spontaneo chiedersi che cosa succederà, nel caso in cui l'insegnante venga 'bocciato'...Chi deciderà il suo futuro e in base a quali criteri? Queste sono soltanto alcune delle tante domande che viene spontaneo e logico chiedersi.

DDL Scuola e deleghe in bianco: i docenti si appellano all'incostituzionalità 

La questione relativa alle assunzioni non è l'unico punto poco chiaro di una riforma che alla pagina 32 riporta l'aspetto chiave delle 'deleghe in bianco'. Il pericolo che ne deriva è di quelli davvero preoccupanti perchè secondo quanto recita l'articolo 22, il governo avrà la facoltà di introdurre, nei prossimi diciotto mesi, delle nuove normative che riguarderanno la disciplina del comparto scuola senza ascoltare la voce sindacale e senza dare la possibilità, quindi, al personale della scuola di potersi opporre. 
I docenti e il personale Ata, quindi, verrebbero privati di quello 'scudo' che, in passato, era servito a parare i colpi bassi inferti contro la scuola pubblica. Ecco perchè tutto il personale scolastico ritiene fondamentale appellarsi al Presidente della Repubblica, nonchè garante dei principi contenuti nella Costituzione, affinchè venga respinta la riforma della Buona Scuola in quanto in essa appaiono evidenti gli elementi necessari atti a dichiararla incostituzionale.