Il braccio di ferro che da aprile aveva avuto inizio tra il governo Renzi e il personale scolastico a causa dell'emendamento sul ddl la Buona Scuola, si è concluso con la sconfitta del personale scolastico che più volte aveva manifestato al Governo di ripensarci, volgendo un occhio di riguardo alle vere esigenze della scuola. A nulla sono valse le manifestazioni, gli scioperi e le mobilitazioni, Senato e Camera hanno detto si alla nuova riforma che, così, è diventata legge. Il testo ha ottenuto 277 voti di approvazione da parte della Camera, contro i 173 no, risultato che ha generato un immenso malcontento non soltanto delle classi sindacali, bensì degli stessi deputati che, successivamente allo spoglio, hanno manifestato in parlamento esponendo cartelli, tra gli oppositori i parlamentari di Sel, Lega Nord e Movimento 5 Stelle.

Ecco le novità della riforma

  • Assunzione da settembre 2015 di 100 .701 docenti precari e di 2000 idonei del concorso del 2012;
  • Entro dicembre 2015 verrà bandito un nuovo concorso che diverrà l'unico strumento per assumere nuovi docenti, i posti previsti saranno 60mila e per i precari che non verranno assunti entro settembre il punteggio accumulato sarà valido per il superamento delle prove;
  • Il preside, insieme a tre docenti e ad un genitore, avrà il potere di decidere e valutare i membri dell'ufficio scolastico;
  • Il Ddl prevede un fondo economico di 200 milioni annuali, lo school bonus, che dovrà essere utilizzato per premiare i docenti più meritevoli sulla base di alcuni criteri come la qualità dell'insegnamento, oppure sulla base dei risultati ottenuti nel potenziamento delle competenze degli alunni, delle metodologie utilizzate e delle responsabilità assunte durante l'anno scolastico;
  • Il Ddl prevede una maggiore e dettagliata valutazione degli stessi dirigenti scolastici, che verranno esaminati da una commissione di ispettori esterni che ne valuteranno le competenze ed i risultati ottenuti durante il lavoro svolto;
  • Uno sgravio fiscale per gli istituti privati o associazioni, vi sarà dunque un fondo riservato esclusivamente alle scuole meno ricche.

L'anno scolastico 2015-2016 dovrà far fronte a queste innumerevoli novità che fin da subito hanno generato un complessivo malcontento. Non possiamo esprimere giudizi, ma sarebbe stata una manovra più corretta proporre un referendum sulla nuova riforma scolastica, al fine di dare voce a coloro che fino ad oggi hanno fatto una buona scuola, ovvero insegnanti, dirigenti e tutto il personale scolastico.

Buon lavoro a tutti