Lavoratori precoci in attesa di novità sulla pensione anticipata e con la speranza della Quota 41 come “soglia minima” di cambiamento accettabile rispetto all'attuale situazione basata sulla Legge Fornero. In realtà il governo Renzi ha più volte ribadito che la riforma Pensioni 2015 non la intaccherà ma correggerà i problemi creatisi con l'accumulo delle incongruenze tra le varie riforme degli ultimi decenni, tra cui appunto la situazione della pensione dei precoci. Sì, ma come? Ogni giorno i mass media diffondono notizie di interrogazioni parlamentari, di disegni di legge all'esame delle Commissioni Lavoro di Camera e Senato, di proposte che giungono dall'Inps, dal governo, dai sindacati, dagli stessi comitati dei lavoratori con un continuo pendolo tra ottimismo e pessimismo, tra speranza e rabbia.

Ma bisogna fare i conti con la realtà di questo 2015 e del prossimo 2016: abbiamo già portato numeri concreti nell'articolo Debito pubblico in aumento: pensioni e sanità a rischio tagliper “mettere in guardia” sul fatto che il governo Renzi deve andare al risparmio, adesso ne riportiamo altri direttamente dall'ultimo Rapporto Annuale INPS da cui emergono chiaramente gli effetti della Legge Fornero, legge che per l'ex premier Mario Monti ha contribuito a salvare l'Italia in quel tremendo 2011/12 ma i cui effetti si sentono ora.

News pensioni precoci e usuranti oggi 29 luglio: il costo della Legge Fornero che “salvò l'Italia”

Gli effetti immediati della Legge Fornero sono chiari: alzando all'improvviso i requisiti per la pensione anticipata (all'epoca ancora pensione di anzianità) ha fatto crollare le richieste di prepensionamento nel 2011/12, in particolare da parte dei lavoratori precoci e da quelli che hanno svolto lavori usuranti.

Le domande di pensione anticipata per lavoro usurante sono state 300 circa dal 1 gennaio 2012 ad oggi, mentre nel solo 2011 erano state 2857. Numeri che la dicono lunga su quanto davvero i governi vogliano tutelare i lavoratori: in realtà sono interessati solo al risparmio e alla tenuta dei conti pubblici (senza intaccare privilegi e sprechi).

Pensione anticipata precoci e lavoratori in genere: qui il discorso è numericamente diverso ma purtroppo dovrebbe far capire che i prossimi interventi non saranno positivi, nonostante le belle parole di alcuni e le battaglie dei vari Cesare Damiano di turno.

Negli anni immediatamente successivi alla Legge Fornero c'è stato un crollo delle domande di pensione anticipata perchè i requisiti sono stati alzati all'improvviso; ma è stato solo un posticipare l'inevitabile e infatti nel primo semestre 2015 le richieste di prepensionamento si sono impennate rispetto allo stesso periodo 2014.

Il totale delle pensioni concesse ai lavoratori dipendenti in tutto il precedente anno sono state 256.580, mentre nei soli primi sei mesi di quest'anno siamo già a 104.106, invece per gli autonomi 164.309 nel 2014 e già 86.716 nel primo semestre 2015. Le richieste di pensione anticipata sono appunto aumentate tantissimo: fra i dipendenti sono al 34% del totale nel primo semestre 2015 contro il 22% nel 2014, fra gli autonomi la quota è salita dal 17 al 25%: chi non riuscì ad andare in pensione gli anni passati lo sta facendo ora.

Cosa vuol dire questo? Ma è ovvio, che il governo Renzi e l'INPS di Tito Boeri stanno pagando ciò che non pagò il governo Monti “salvando l'Italia” anni fa. Data la situazione attuale dell'economia italiana e dei conti pubblici, con un debito che aumenta costantemente e la ripresa al rallentatore (il FMI ha detto che a questi ritmi ci vorranno 20 anni per tornare ai livelli di occupazione pre-crisi), con tanti altri problemi da risolvere, davvero si crede che non metteranno un freno alla pensione anticipata?

Che introdurranno la Quota 41 per i precoci come chiede Damiano? Che consentiranno la pensione a 57/58 anni senza forti penalizzazioni e il ricalcolo col contributivo? Sognate gente, sognate... Meglio prepararsi al peggio e alla lotta dura.