Il dibattito sulla riforma del sistema previdenziale continua nei due rami del Parlamento. Alcuni partiti politici vorrebbero cambiare radicalmente la legge attualmente in vigore, la riforma Fornero, ritenuta troppo rigida. Questa normativa ha, di fatto, innalzato l'età pensionabile rispetto alle normative previdenziali precedenti. Altri partiti, invece, sono d'accordo nel fare solo dei semplici ritocchi, senza cambiare la struttura generale del sistema pensionistico.

Airaudo: 'Le risorse risparmiate con la legge Fornero dovrebbero essere investite per le pensioni'

Intanto, Giorgio Airaudo, in forza al partito Sel e componente della Commissione Lavoro, sembrerebbe non d'accordo a modificare la legge Fornero e, quindi, ad applicare la flessibilità in uscita: 'Le modifiche alla riforma Fornero porterebbero a disuguaglianze perché andrebbero ad agevolare qualcuno e a penalizzare altri', così le parole dell'esponente politico in un'intervista ad una testata giornalistica on line. Airaudo continua con le sue dichiarazioni e mette in evidenza che tutte le risorse finanziarie derivanti dalla riforma Fornero, dovrebbero essere investite a favore della previdenza italiana: "La cosa positiva è che l'attuale legge pensionistica ha creato notevoli risparmi che dovrebbero essere re-investiti".

Il denaro risparmiato, secondo quanto specificato da un altro componente della stessa Commissione, Maria Luisa Gnecchi, dovrà essere gestito, nel migliore dei modi, dal governo Renzi: 'Sono stati trovati i fondi per coprire l'una tantum a favore dei pensionati, dopo la sentenza della Consulta; così, dovrebbero essere trovate le risorse per arrivare alla tanto richiesta flessibilità'.

Gnecchi: 'Il metodo Opzione Donna costa meno del sistema Quota 97'

La stessa Gnecchi, ha anche espresso il suo parere sul metodo Opzione Donna da allargare anche agli uomini, mostrando la sua contrarietà nell'applicare questo sistema flessibile, mettendo in evidenza che la spesa prevista per applicare questo metodo sarebbe uguale a 15 miliardi di euro, una cifra superiore a quella richiesta dall'applicazione del sistema Quota 97, un sistema auspicato da diversi partiti politici e, soprattutto dal Partito Democratico firmatario di 7 proposte di legge sulla flessibilità.

Il sistema sperimentale Opzione Donna, prevede la possibilità, al momento solo per le donne lavoratrici, di lasciare il lavoro al raggiungimento di 57 anni di età (58 per le autonome) con il requisito di 35 anni di versamenti contributivi. In questo caso, l'assegno pensionistico è calcolato con il metodo contributivo.

Vedremo nei prossimi mesi come il governo Renzi cercherà di affrontare la riforma del sistema previdenziale italiano.