'Se l'idea è quella di creare un sistema di flessibilità pagato dai pensionandi non siamo d'accordo': a parlare Carmelo Barbagallo, leader della UIL, in vista del programma di riassetto del sistema previdenziale in via di presentazione da parte del presidente Inps Tito Boeri. L'ex docente della Bocconi di Milano parlerà domani mattina a Montecitorio con l'intento di illustrare al Parlamento il pacchetto di proposte predisposto dall'INPS per ottemperare alla necessità di ricalibrare il sistema pensionistico al momento disciplinato dalla Legge Fornero. Al centro dell'intervento di Boeri la riforma della pensione anticipata 2015, un programma il suo che quasi certamente non risulterà in linea con quello di Cesare Damiano, da sempre sostenitore di una flessibilità in uscita che gravi il meno possibile sulle spalle dei lavoratori. L'incubo ad oggi è quello di assistere all'estensione del contributivo per tutti, anche se non vanno dimenticate tutta una serie di altre proposte che in questi mesi paiono finite nel dimenticatoio ma che adesso potrebbero essere riesumate per arrivare ad una riforma low cost così come richiesto dall'UE. Su tutte pensiamo al famoso prestito INPS, una misura che prevede l'erogazione di una somma in prestito (in parte pagato dall'INPS, in parto da Stato e Aziende) a tutti quei lavoratori che accetteranno di abbandonare l'impiego 2 o 3 anni prima della naturale scadenza. La riforma della previdenza proposta da Boeri prevedrà una forma di autofinanziamento? Ancora 24 ore, dopo di che sapremo la verità.

Novità pensione anticipata 2015 e piano Boeri-Damiano, riforma autofinanziata dai lavoratori? Il rischio c'è, Poletti sembra scomparso

'Va bene un sistema flessibile, ma ulteriori penalizzazioni non sono accettabili. Se l'idea, come sembra, è quella di creare un sistema di flessibilità pagato dai lavoratori non siamo d'accordo. La nostra proposta configura un sistema che prevede stabilità in entrata e flessibilità in uscita con la creazione di lavori socialmente utili. Il paese è cambiato e dobbiamo cambiare anche noi' ha proseguito Carmelo Barbagallo, sicuro di come questa volta non si possa dare il là ad un pacchetto di riforme che ricada sulle spalle di lavoratori. Quelle spalle sono piegate da troppo tempo per sostenere il macigno generato dalla Legge Fornero e adesso bisogna fare un piccolo passo indietro. Un passo che preveda quanto meno un compromesso: il contributivo che sembra Boeri voglia proporre per riconfigurare la pensione anticipata 2015 sarebbe certamente in linea con i diktat di Bruxelles e della BCE ma penalizzerebbe oltremodo i lavoratori, chiamati a fare i conti con un assegno più leggero di almeno il 30% in un paese nel quale non esistono più le Pensioni minime e oltre 1,5 milioni di pensionati percepisce 390 euro mensili di media. Adesso non si può far altro che attendere il programma di Boeri, 24 ore ancora e dopo si potranno tirare le somme.



Se il piano Boeri appare delineato, quello di Damiano è pronto da tempo. Il DDL presentato dall'ex ministro del lavoro prevede una pensione anticipata 2015 fissata a 62 anni di età più 35 di contributi con penalizzazioni massime dell'8%, misura alla quale si accompagna l'ormai famosa Quota 41. Damiano insomma gioca a carte scoperte, Boeri le scoprirà domani, e Poletti? Il ministro del lavoro in carica sembra scomparso dalla scena politica del paese. In molti hanno contestato a Boeri l'essersi arrogato competenze che non gli erano proprie divenendo una sorta di ministro del lavoro bis, ma perlomeno il noto economista si è esposto dicendo apertamente quale idea avesse. Sul piano Poletti invece non è possibile fare considerazione alcuna; il ministro in principio si era detto favorevole al prestito INPS, poi ha appoggiato la linea della flessibilità (senza però dire mai come volerla concretizzare) infine si è limitato a scomparire. Caro Poletti, se ci sei batti un colpo.