Il dibattito politico, in questi giorni che anticipano la pausa estiva dei lavori parlamentari, rimane ancora aperto. La discussione, soprattutto in quest'ultimo periodo, rimane incentrato sulla proroga del sistema sperimentale Opzione Donna al 31 dicembre 2015, metodo introdotto con una legge del 2004, con la riforma approvata dall'allora ministro del Lavoro, Roberto Maroni.

Due circolari Inps hanno bloccato il sistema sperimentale Opzione Donna

Ricordiamo, per chi ancora non ne fosse a conoscenza, che queste norme permettono alle donne lavoratrici, che accettano il conteggio delproprio assegno pensionistico tramiteil meno conveniente metodo contributivo, di andare in pensione al raggiungimento dei 57 anni di età (58 anni per le autonome) ed un versamento contributivo di 35 anni.

La questione si è aperta nel momento in cui l'Inps, tramite due circolari del 2012 (le numero 35 e 37), ha interpretato in maniera restrittiva questa normativa bloccando, di fatto, tutte le domande pervenute quest'annorelative alle lavoratrici che hanno intenzione ad aderire a questo sistema.

Si pensa di allargare questo metodo sperimentale anche agli uomini

Al momento, come evidenziato dal sito internet investireoggi.it, si è creata una specie di impasse che non permette di usufruire del metodo Opzione Donna anche se, da parte di alcuni partiti politici, si cerca di allargare questo metodo anche agli uomini al fine di rendere flessibile il sistema pensionistico italiano. Purtroppo, i tecnici del Ministero dell'Economia, in coordinamento con quelli dell'Inps, hanno evidenziato una situazione economica che potrebbe peggiorare nel caso in cui dovesse essere approvato questo sistema flessibile.

Stessa identica situazione per quanto riguarda gli altri metodi di uscita flessibile, come Quota 100 e Quota 97 con penalizzazioni, bocciati dal numero uno dell'Inps, Tito Boeri.

Si aspettano, a questo punto, le decisioni da parte del governo Renzi che, in ogni caso, avverranno subito dopo la pausa estiva prevista nei prossimi giorni.