Con 253 sì, 93 no e 5 astenuti, venerdì 17 la Camera ha approvato il disegno di legge sulla Pubblica Amministrazione. A favore del nuovo provvedimento hanno votato Scelta Civica - centro Democratico, Area Popolare, composta da Ncd Udc, e il Partito Democratico. I partiti che si sono opposti al provvedimento sono stati: il Movimento 5 Stelle, Sinistra Ecologia e Libertà, Fratelli D'Italia, Alleanza Nazionale, e Lega Nord. Soprannominato DDL delega Madia, il provvedimento è la seconda parte della riforma della pubblica amministrazione è aveva fatto ingresso in Parlamento nel luglio dello scorso anno, mentre in prima lettura al Senato era stato approvato lo scorso 30 aprile.

Attualmente, il Governo è impegnato in un grande processo di modernizzazione del paese attraverso un complesso programma di riforme, come quella delle pensioni che è diventata legge proprio in questi giorni.

Le linee guida della riforma

La nuova Riforma della pubblica amministrazione spazia dalle nuove regole per i dirigenti, che adesso potranno essere licenziati più facilmente, alla gestione dei dipendenti, con una forte stretta sulle assenze e il trasferimento della competenza sui controlli in caso di malattia all'Inps. Con le nuove norme i dirigenti potranno fare carriera all'interno della pubblica amministrazione solo in caso di valutazioni positive, mentre gli incarichi saranno a tempo determinato e potranno anche essere demansionati.

Inoltre, la nuova riforma si occuperà del riordino delle tante società partecipate, dell'inclusione del Corpo Forestale all'interno di un'altra forza di polizia e delle autorità indipendenti.

Nel passaggio parlamentare di venerdì sono state apportate varie modifiche al testo originario, tra le quali spicca l'emendamento presentato dal M5S a proposito della dirigenza pubblica, che prevede la revoca dell'incarico per quei dirigenti pubblici verso i quali sono state emesse condanne penali anche non definitive.

Inoltre, è fatto divieto di conferire ai condannati incarichi in quei settori che possono essere esposti più facilmente al rischio di corruzione, oltre all'obbligo del risarcimento dei danni erariali nei casi di condotte dolose. Il proseguimento dell'iter parlamentare prevede il ritorno del provvedimento a Palazzo Madama per la seconda lettura, e la sua successiva messa in pratica con l'adozione dei relativi decreti attuativi, cose che il Governo Renzi si è impegnato a portare a termine entro la fine di quest'anno.

I concorsi centralizzati e il test d'inglese obbligatorio

La nuova normativa rivede anche le modalità di accesso per i lavoratori nella pubblica amministrazione, attraverso la creazione di un polo unico che gestisca le selezioni in "forma centralizzata e aggregata". Oltre all'introduzione di nuovi strumenti affinché i temi d'esame siano effettivamente segreti, non sarà più possibile per ogni singolo ente promulgare bandi di concorso in forma unitaria. Inoltre, sono previste nuove forme per la selezione dei membri delle commissioni esaminatrici al fine di garantire l'imparzialità e criteri di valutazione uguali in tutto il paese. Altre importante novità sono costituite dall'abolizione del voto minimo di laurea per accedere ai concorsi, e l'obbligatorietà di un esame d'inglese in ogni selezione di personale.