La protesta dei docenti andrà oltre la fatidica data di martedì prossimo, 7 luglio, quando nell'aula di Montecitorio la riforma Buona Scuola dovrebbe divenire a tutti gli effetti la nuova legge che regolamenterà il sistema scolastico italiano: fuori dal 'portone' della Camera, gli insegnanti provenienti da tutta Italia, i sindacati, i precari e tutti coloro che non vogliono la riforma renziana si riuniranno in gran numero per dare l'ennesima risposta al governo, dopo quella (eclatante) del 5 maggio scorso.

I comitati docenti, però, non si fermeranno qui.

La prima 'mossa' sarà quella del referendum abrogativo, che si è proposto l'obiettivo di raggiungere almeno i due milioni di firme, ovvero il 'quorum' necessario. 

Referendum abrogativo contro Buona Scuola Renzi: Giovanni Cocchi spiega

Giovanni Cocchi, insegnante bolognese da mesi in prima linea contro Renzi e la sua Buona Scuola, avverte i 'colleghi' su Facebook di come sia importante non fallire l'obiettivo. Cocchi sottolinea come sia fondamentale non sbagliare il quesito perchè, altrimenti, ci si condanna ad una inutile 'vittoria morale' che, in pratica, non servirà a nulla, anzi si farà solo 'danno'.

Viene ribadito, inoltre, come il referendum debba partire unitariamente da insegnanti, genitori e studenti: i docenti non devono commettere l'errore di 'intestarsi' la raccolta delle firme, di cui si occuperanno i 34 comitati per la legge di iniziativa popolare (Lip) 'Per una buona scuola per la Repubblica'.

Sciopero nazionale il primo giorno di scuola 2015/2016

Referendum, come primo obiettivo, dunque, ma i docenti non si fermeranno qui perchè in coincidenza con l'inizio del nuovo anno scolastico 2015/2016 verrà organizzato un nuovo 'sciopero nazionale', programmato proprio per il primo giorno di scuola: l'obiettivo è quello di bissare il successo dello sciopero del 5 maggio scorso e, semmai, quello di trasformarlo in una protesta ancora più significativa. 

L'invito rivolto dai comitati docenti e dai sindacati è quello di rimanere a stretto contatto con i numerosi gruppi social che si occuperanno del coordinamento delle varie iniziative contro la riforma scuola (come 'Pronti per la raccolta firme per il referendum abrogativo' o 'ProfessioneInsegnante.it) o ai siti Web dedicati come 'Gessetti rotti'.