Sono oltre 4 milioni le famiglie italiane che vivono in condizioni di disagio, il 5,7 delle quali in assoluta povertà. Non si tratta di dati che riguardano principalmente il Sud, come qualcuno forse si affretterebbe a pensare: anche il Nord e il Centro devono fare i conti con la miseria.

Ad incidere pesantemente su questa situazione è naturalmente il fattore disoccupazione che, in Italia, supera il 12% ma anche la perdita del lavoro per molti 'over 55' sta pesando non poco sull'economia di moltissime famiglie italiane.

Il governo continua a parlare di ripresa avviata ma l'intervento (urgente) a sostegno di chi vive in condizioni economiche difficili è quanto mai necessario.

Si è parlato negli ultimi tempi delle proposte M5S e Sel in merito al famoso reddito minimo di cittadinanza, ma tali soluzioni sono state sconsigliate in quanto considerate eccessivamente onerose per lo Stato (costo tra i 15 e i 20 miliardi).

Lotta alla povertà, Poletti e il reddito di inclusione attiva

Ecco arrivare la proposta messa in cantiere già da un po' di tempo dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti, quello che è stato ribattezzato come il 'piano di contrasto alla povertà e all'esclusione sociale'. Protagonista di questo piano sarà quello che il ministro chiama 'Reddito di inclusione attiva (Ria)': in pratica, si tratta di un sussidio a favore dei disoccupati, sulla falsa riga di quello già esistente, ma condizionato all'adesione ad un progetto personalizzato di attivazione che si baserà principalmente sulla ricerca di una occupazione oltre a corsi di formazione e al altre misure similari.

L'esperimento è già partito nelle più importanti città italiane con il nome di Sia, sostegno per inclusione attiva, attraverso un contributo che presenta un minimo mensile di €. 231 sino ad un massimo di €. 404 per ogni famiglia.

Reddito di inclusione attiva: spetterà a tutte le famiglie povere?

Intendiamoci, anche questo è un progetto che comporterà l'impiego di importanti risorse finanziarie: a regime, si parla di almeno 7-8 miliardi di spesa.

Ecco perchè, per il momento, si vorrebbe limitare il Reddito di inclusione attiva alle famiglie più povere, quelle cioè che attualmente si trovano al di sotto del 50% della soglia di povertà: in questo caso, la spesa si ridurrebbe a circa un miliardo e mezzo con la 'promessa' (speriamo) di estendere, nel prossimo futuro, l'intervento 'welfare' anche ad altre famiglie ugualmente bisognose.