Infuocate più che mai le discussioni intorno alla Riforma Pensioni. Accanto ai lavoratori precoci che richiedono con forza l’approvazione del ddl 857 e degli esodati che puntano alla settima salvaguardia, ecco emergere dei nuovi ‘guerrieri’. Si tratta di due gruppi, nati da poco su Facebook, il primo ‘opzione donna proroga al 2018’ richiede l’estensione della c.d opzione donna oltre il 2015, il secondo ‘opzione donna estesa agli uomini’ chiede, invece, che venga concessa anche agli uomini, in chiave volontaristica, la stessa possibilità, offerta dal regime sperimentale 243/2004, pensata per le sole donne.

Vediamo, in vista del 9 settembre prossimo, quali sono ad oggi 27/8 le richieste dei lavoratori e quali le speranze coll’avvicinarsi della prossima Legge di Stabilità.

Precoci e esodati, il punto al 27 agosto: richieste chiare, nessun compromesso

Per quanto riguarda iprecoci le richieste, fatte quotidianamente al Governo, sono ormai chiare: approvazione del ddl 857 e dunque concessione della quota 41 senza penalizzazione e limiti anagrafici. Nessuna altra soluzione, precisano i precoci sul web, potrebbe plasmarsi al caso loro, dunque ‘Quota 41 senza se e senza ma’.

I lavoratori esodati confidano, invece, nella settima salvaguardia e in misure strutturali, come un sostegno agli over 55 rimasti senza lavoro, che possano risolvere alla radice il problema.

Opzione donna, pensione anticipata a 57 anni: tra proroga al 2018 ed estensione per tutti

Le lavoratrici rimaste escluse dal regime sperimentale del 2004, chiedono al Governo Renzi di considerare l’importanza di un ulteriore proroga; visto anche il ruolo di ammortizzatore sociale che le donne rivestono nel nostro Paese.

Le ultime dichiarazioni del Prof Bruni, docente dell’università Lumsa di Roma, sembrano avvalorare questa richiesta. Il docente precisa che, visto il carico di lavoro sproporzionato tra uomini e donne in termini di cura della famiglia, sarebbe corretto,in Legge Stabilità, optare per una sanatoria per quante hanno speso gli anni migliori della loro vita curando i propri cari.

Il professore sostiene, tra le righe, che finché non vi sarà una redistribuzione dei ruoli, sarebbe più che meritata la pensione anticipata per le donne che hanno dovuto conciliare famiglia e lavoro e, dunque, possiedono meno contributi versati. Le lavoratrici, con cui siamo in contatto, hanno citato almeno 5 buoni motivi perché il Governo estenda l’opzione donna oltre il 2015, tra questi rientrano anche i vantaggi economici per lo Stato.

L’idea di estendere l’opzione donna fino al 2018 é condivisa da diverse cariche politiche, che hanno già presentato più Ddl (Ddl S. 1843 della Lega Nord, Ddl 3114 del M5S, Ddl2046 e Ddl 1808) attualmente in attesa di passare al vaglio del Governo.

Nonostante taluni pensionandi, precoci in primis, giudichino la decurtazione troppo elevata, criticando le lavoratrici per la loro ‘battaglia’, altri sarebbero disposti alla penalizzazione pur di poter avere un reddito fisso. Si tratta degli iscritti al gruppo ‘opzione donna estesa agli uomini’ che chiedono uguaglianza di trattamento. I pensionandi sostengono che anche per gli uomini la situazione sia tutt’altro che rosea e dunque vorrebbero avere la stessa possibilità offerta alle donne.Treu e Boeri si sono detti, in un recente passato, a favore del contributivo per tutti, precisando però che l’età per poter accedere al trattamento salirebbe a 62 anni. I lavoratori accetterebbero ancora, vista la differenza anagrafica?