Nel complesso dibattito intorno alla riforma delle pensioni 2015, le ultime notizie parlano di un nuovo intervento e di una nuova proposta, la quale, però, difficilmente potrà essere presa in considerazione, anche e soprattutto perché contraddirebbe i punti centrali della nuova idea di previdenza e di welfare state di cui il premier Renzi e l'Europa si sono fatti portavoce. La questione, infatti, non riguarda soltanto il sistema delle Pensioni o la flessibilità in uscita, ma l'ideologia che si trova alle spalle del governo Renzi: l'idea di fondo è che il welfare state (cioè: investimenti pubblici in scuola, sanità, previdenza, mercato del lavoro) siano soldi sprecati e il mantra sembra essere divenuto quello dell'assunzione individuale dei rischi della vita.

La nuova proposta di riforma delle pensioni per il 2015 arriva da Ferrero (PRC) e prevede una patrimoniale e una rivalutazione dei coefficienti delle pensioni d'oro.

Una nuova proposta di riforma pensioni 2015 e la strategia dell'ultimo minuto: news 27-08

La proposta di riforma delle pensioni per il 2015 avanzata da Ferrero è molto semplice: si tratta di una sorta di Quota 100 (requisito anagrafico di 60 anni e contributivo di 40 anni), senza alcuna penalizzazione. La prima domanda che sorge è quella che si sente sempre ripetere è che lo Stato non può permettersi riforme di questo tipo perché troppo onerose. La risposta sembrerebbe essere semplice: le coperture si troverebbero attraverso una patrimoniale e una rimodulazione dei coefficienti delle pensioni d'oro.

È chiaro come il governo stia andando in direzione opposta, secondo Ferrero: la promessa di eliminare la tassazione sulla prima casa non sarebbe assolutamente democratica, in quanto permetterebbe di non pagare l'imposta sia a chi possiede un piccolo bilocale di provincia, sia a chi possiede una villa di lusso. Con una maggiorazione delle imposte dirette a chi veramente può permettersele, si troverebbe la soluzione e si potrebbe ricostruire il welfare state smantellato.

La proposta sembra essere passata sotto silenzio e difficilmente potrà essere presa in considerazione: anche i sindacati sembrano essere piuttosto lontani da questa impostazione.

In realtà, nel governo Renzi si sta consumando un nuovo conflitto: da un lato c'è Cesare Damiano che spinge per la sua proposta e sottolinea che non ci dovranno essere penalizzazioni maggiori dell'8%, dall'altro sembra che il premier in persona si stia orientando sempre di più verso il Piano Boeri e il passaggio al contributivo.

I tempi stringono per la legge di stabilità 2016 e sembra che il governo Renzi voglia sfoderare la propria strategia, quella dell'ultimo minuto: presentare una proposta di riforma delle pensioni con tempi di discussione molto stretti in maniera tale da presentarla come un 'prendere o lasciare'.

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