Riprende con rinnovata veemenza il dibattito suprevidenza e prepensionamento. La pausa estiva appena andata in archivio non sembra aver schiarito le idee a nessuna delle parti in gioco almeno a giudicare dal primo botta e risposta che si è avuto in questi ultimi giorni di agosto. Protagonisti dello scontro dialettico il presidente della Commissione Lavoro, Cesare Damiano, il Sottosegretario all’Economia Baretta e il viceministro al MEFMorando: i primi due sostengono da sempre il DDL 857 che li vede come primi firmatari e che concederebbe il prepensionamento a quota 41 anni di contributi in aggiunta alla famosa quota 97 (uscita dal lavoro a 65 anni di età più 35 di contributi), ma dinnanzi all’ennesimo appello alle Istituzioni affinchè accelerino l’iter di approvazione il sottosegretario Morando ha sbottato sottolineando che ‘andrà bene ogni manovra che non infici le casse dello Stato’.

Le ultime news sulle pensioni aggiornate ad oggi 26 agosto si rifanno dunque all’ennesimo scontro intestino al governo, nella fattispecie al PD, evidenziando un problema di vedute che rischia di bloccare sul nascere ogni intervento. Nel frattempo è tornato a parlare di età pensionabile anche il leader di CGIL Susanna Camusso, che ha puntato la propria attenzione sui lavori usuranti. In tutto questo il premier Renzi sta a guardare: la strategia del primo ministro ex sindaco di Firenze non è ancora chiara.

Newspensioni oggi 26 agosto: Baretta, Renzi e Quota 97, scontro totale, problema fondi ma Damiano non ci sta

'C'è chi propone di tenere conto dell'attesa di vita, chi un prestito previdenziale.

Qualunque soluzione neutra per le per le casse dello Stato va bene’: con queste parole il membro PD Morando ha riacceso in un attimo la bagarre previdenziale con la quale le Istituzioni avevano ‘salutato’ l’arrivo della pausa estiva. Tradotto? Nulla è cambiato. La volontà di intervenire c’è (in tanti vogliono la Quota 97) ma si continua a litigare sul come farlo.

Le ultime news sulle pensioni aggiornate ad oggi 26 agosto si concentrano in particolare sulla replica di Damiano, che da un lato ha parlato di rischio ‘presa in giro nei riguardi degli italiani’ e dall’altro ha fatto presente come un po’ di deficit sarebbe accettabile in cambio di una rinnovata ‘flessibilità in uscita’. Si sa, in medio stat virtus, servirebbe una soluzione che riesca ad accontentare i cittadini senza però gravare eccessivamente sulle casse dello Stato.

Eliminare gli incredibili sprechi della macchina previdenziale (e non solo) sarebbe già un primo importante passo in avanti per incamerare risorse da destinare alla futura manovra, ma da questo orecchio il governo Renzi ha già dimostrato di non sentirci. L’auspicio è che al più presto tutti si siedano attorno ad un tavolo e che la facciano prima del 9 settembre, quando si terrà una riunione che potrebbe rivelarsi decisiva per alcune vertenze previdenziali. Anche l’età pensionabile andrebbe rivista come ribadito di recente dal leader CGIL Susanna Camusso: ‘Andare in pensione a 67 anni non va bene e per certi lavori, come l’edilizia o i trasporti è impossibile. Serve un meccanismo di flessibilità che però non penalizzi i trattamenti’ - ha dichiarato il numero uno del sindacato rosso al Corriere della Sera - ‘Da un lato bisogna intervenire con la contrattazione, dall’altro bisogna cambiare la Legge Fornero […] L’idea di prepensionamentosostenuta da palazzo Chigi ha uno svolgimento sbagliato. Proporre che si vada in pensione prima ma decurtando l’assegno significa non sapere di che redditi si dispone in Italia e quali Pensioni si preparano per il futuro’.