Laurearsi in medicina in soli 5 anni al posto dei 6 attuali: è questa la novità principale che riguarderà le facoltà di medicina a partire dal prossimo 2016. A dare l’annuncio Rossana Ugenti, Direttore generale delle proessioni sanitarie e delle risorse umane del SSN al Ministero della Salute. L’annuncio è stato diffuso in occasione delle “Giornate di approfondimento sulla formazione del medico” promosse dal OMCeO della provincia di Bari e certifica il recepimento ministeriale della direttiva europea 2013/55.

Medicina, dal prossimo anno la durata del corso di studi passa a 5 anni

Dal prossimo anno per laurearsi in medicina sarà richiesto un anno di studi in meno. La riforma è arrivata in ottemperanza alla direttiva europea che consente agli stati membri dell’Unione di ridurre gli anni del percorso formativo. In realtà poco cambierà dal punto di vista della formazione che, più accorciarsi, risulterà maggiormente concentrata e intensiva. Infatti, il numero delle ore formative rimarrà pressoché invariato passando dalle 5.500 attuali a 5.000. L’Italia si allinea così alla linea seguita dagli altri paesi europei a vantaggio della libera circolazione di medici per cui è sempre più cruciale che l’ingresso nel mercato del lavoro si svolga alla stessa età degli altri colleghi europei.

Questo vale soprattutto nel campo della ricerca, dove è noto che la produttività dei ricercatori è maggiore nei primissimi anni di attività, quando si è più giovani.

Un anno in meno, stesse ore: formazione più concentrata

Differentemente da quanto avviene in Germania, Francia e Inghilterra dove i medici entrano nel mercato del lavoro rispettivamente a 26 e 26-28 anni, in Italia la soglia media in cui i giovani medici riescono ad accedere alla professione ruota attorno a 31-32 anni.

Il provvedimento segue quello che già a febbraio di 2015 ha portato ad unriordino delle scuole di specializzazione con la conseguente riduzione degli anni richiesti per ultimare il ciclo di studi. Due ottimi passi avanti verso l’uniformità si concretizzerebbe con l’eventuale passaggio della scuola superiore a 4 anni, allineamento già da tempo auspicato dall’Ordine, come sottolineato da Filippo Anelli, Presidente dell’OMCeO di Bari.

Al centro del dibattito che porterà ad una sempre maggior europeizzazione dei medici italiani anche il sistema di valutazione che, contrariamente alla formazione, risulta essere piuttosto arretrato. Per tale ragione si è deciso di procedere ad una sperimentazione sulla valutazione delle competenze che prenderà il via già quest’anno nella Regione Sardegna. Secondo Rossana Ugenti tuttavia, il riordino non basterebbe e per raggiungere il risultato atteso sarebbe fondamentale “ridurre il numero di accesso a medicina” che sempre più pone il concreto rischio di una maggiore disoccupazione futura.