Il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, si è rimangiato la parola sulle pensioni anticipate. La conferma è arrivata l'altra seradallo studio di Porta a Porta, il programma di Bruno Vespa che per la ripresa della stagione televisiva ha ospitato il Premier.

Proprio in una delle ultime puntate prima della pausa estiva Renzi, ospite del programma, aveva annunciato la possibile apertura del suo Governo alle Pensioni anticipate, soprattutto alle donne che, con una penalizzazione di 20/30 euro al mese sull’importo della pensione, avrebbero potuto uscire dal lavoro qualche anno prima rispetto al limite di età previsto e dedicare la propria vita ai nipotini.

Pensioni anticipate,Renzi a "Porta a Porta" boccia l'uscita anticipata perché costosa

A distanza di qualche mese, però, gli italiani hanno scoperto che quelle belle parole altro non erano che l’ennesima promessa al vento.

“In realtà sulle pensioni anticipate non siamo nemmeno partiti per un principio di buon senso – ha spiegato Renzi – In Italia in troppi hanno messo bocca, mano e tante altre cose sulle pensioni. Verrà annunciata la riforma delle pensioni solo nel momento in cui saremo sicuri di farla. E'necessario osservare che, oggettivamente, bisogna trovare una soluzioneper cui chi desideraandare in prepensionamentorinunciando ad una parte dell'assegnopossa farlo. Il problema è stabilire fino a quanti anni è possibile anticiparee quale sarà la penalizzazione.

I conti li abbiamo fatti, ma non accontenterebbero tutti. Proprio alla Festa dell'Unitàmi sono messo a discutere con un’infermiera che mi aveva detto di essere disposta a rinunciare fino al 30 per cento della pensione pur di andare via prima dal lavoro. E la persona di fianco non era affatto d’accordo, perché come limite non era disposta ad andare oltre il 10 per cento.

Pensione anticipata, per Renzi si farà solo se sarà a costo zero, le 2 ipotesi ancora in piedi

Sui programmi del Governo, Renzi è stato chiaro. Ma non sono notizie confortanti: “Io comunque spererei di fare qualcosa per le pensioni anticipate nelle prossime settimane o nei prossimi mesi – ha concluso il Presidente – ma tutto il discorso gira sul fatto che per lo Stato italiano la flessibilità in uscita debba essere a costo zero.

Cioè lo Stato non può guadagnarci ulteriormente, ma nemmeno avere un esborso maggiore altrimenti si creerebbe una situazione di difficoltà per le giovani generazioni”.

Rimangono, al momento, solo due possibilità di pensione anticipata: l'ipotesi, sostenuta da una parte del Partito democratico, dell'uscita da lavoro a 62 anni (rispetto ai 66), con 35 anni di contributi ed una penalizzazione che si aggirerebbe intorno all'8 per cento dell'importo della pensione. L'altra strada consisterebbe nel ricalcolare le pensioni con il solo metodo contributivo, ma l'assegno verrebbe tagliato del 30 per cento. Davvero troppo.