Un patto generazionale che risulti più equo e meno iniquo. Una formula che possa consentire al premier Renzi di riattivare il turnover mandando a riposo chi è da troppo tempo sul posto di lavoro. Una manovra che torni a dare respiro a chi da troppo tempo si trova in apnea. Giocando sul filo dell’equilibrio tra metafora e realtà paiono questi i punti cardine ai quali devono ispirarsi Renzi e soci per costruire la prossima riforma della previdenza. Il primo istituto sul quale intervenire sarà la pensione anticipata, con il presidente INPS Tito Boeri ad aver già trasmesso la sua personale proposta: la riforma di questo istituto andrà però collegata al caso Pensioni lavoratori precoci, con le ultime news aggiornate ad oggi 29 settembre a sottolineare un mare magnum di dichiarazioni e indiscrezioni.

Oltre a quelle del già citato Boeri ci sono le parole di Cesare Damiano, che parla di una flessibilità che adesso ha tanti padri, e quelle di chi fa parte di questa categoria, che punta a far sentire la propria voce sempre e comunque. Se Renzi vuole salvare davvero l’Italia che lavora e produce, quella che ha trovato impiego oltre 40 anni fa e che oggi si sente parlare in faccia di uscite anticipate, deve trovare una soluzione ad hoc per i precoci. Dargli il meritato riposo significherebbe aprire una quantità di posti di lavoro che ad oggi non è neanche calcolabile.

Ultime news pensione anticipata Boeri e lavoratori precoci oggi 29 settembre: patto fra le generazioni, Damiano insiste

Parlando di pensione anticipata e di caso pensioni lavoratori precoci, le ultime news aggiornate ad oggi 29 settembre non possono che rifarsi alle parole pronunciate da Tito Boeri in occasione dell’evento 'Cortile di Francesco' tenutosi nella città di Assisi.

Il numero uno dell’INPS è stato chiaro: l’Italia deve arrivare ad un patto generazionale più equo tenendo comunque d’occhio le nuove condizioni socio-economiche del paese. ‘Pochi ritocchi e saremo il sistema previdenziale migliore del mondo’ ha chiosato il successore di Treu alla guida dell’ente previdenziale. Boeri sostiene però come il solo requisito sul quale puntare sia l’età anagrafica e non quella contributiva, previsione che di fatto condannerebbe i lavoratori precoci a molti più anni sul posto di lavoro.

Che cosa ci sia di equo in un contesto del genere Boeri dovrà però spiegarlo. Non tanto a noi quanto a chi subirà gli effetti di una simile impostazione. Nella giornata di ieri è tornato a parlare anche Cesare Damiano: ‘Noi siamo pronti al confronto ma non possiamo più accettare i conteggi delle risorse necessarie alle riforme: quando tra previsione e consuntivo ci sono differenze del 50% c’è qualcosa che non va’ ha chiosato l’ex ministro.

Vien da se come i conteggi siano quelli che elabora l’INPS di Boeri.

Notizie pensioni lavoratori precoci oggi 29 settembre: la categoria alza la voce e punta sul turnover

Parlando del caso pensioni precoci ci sembra opportuno, come spesso abbiamo fatto in passato, dare voce ad uno dei gruppi Facebook di categoria più attivi: ‘Sono giorni cruciali […] Dobbiamo scrivere ai singoli deputati e senatori e alla stampa sia tv che cartacea non per raccontare le nostre singole storie, ma per raccontare la storia dei precoci […] Dobbiamo insistere sul fatto che, con la nostra uscita si liberano posti di lavoro per una generazione massacrata quanto e più di noi’ si legge in uno deipost che tiene poi a ribadire ‘il sacrosanto diritto a vedersi riconosciuti 41 anni di contributi’ come requisito di accesso alla pensione senza penalizzazioni.

Da queste parole appare evidente la sensazione di essere stati ‘dimenticati’ con conseguente esigenza di spiegare la propria situazione facendone emergere i tratti all’esterno. In settimana si terrà un meeting decisivo che molto potrebbe dire sul programma che verrà presentato in Legge di Stabilità. Sono ore caldissime dunque, cliccate il tasto Segui in alto a sinistra per rimanere aggiornati.