"Sul tema delle Pensioni vanno evitati errori ed improvvisazioni. Prima della legge di stabilità vanno risolti i problemi della cosiddetta Opzione Donna e della settima salvaguardia": a parlare è il Presidente della Commissione lavoro alla Camera Cesare Damiano, che nel pomeriggio di ieri ha fatto il punto sull'andamento dei lavori riguardanti i nodi presenti nella gestione della previdenza pubblica. Nei prossimi giorni è infatti atteso un incontro che appare decisivo tra Commissione lavoro, Inps, Ministeri del lavoro,dell'economia e Ragioneria dello Stato, durante il quale si dovrà dare una definizione operativa e certa all'accordo politico siglato nello scorso mese di agosto e riguardante le due proposte citate ad inizio articolo.

L'On. Damiano ha sottolineato più volte che le risorse per poter dare seguito all'impegno preso nei confronti del Comitato opzione donne e degli esodati sono già presenti in bilancio, pertanto l'importante sarà trovare il modo di concretizzare quanto già stabilito.

Dossier pensioni, proseguono le discussioni sulla formula di uscita anticipata da approvare entro fine anno

Appare invece ancora in via di definizione lo scenario riguardante l'introduzione di una o più misure di flessibilità pensionistica, che possano risolvere in via strutturale i problemi derivanti dall'irrigidimento dei requisiti anagrafici e contributivi di pensionamento, verificatisi con l'approvazione della riforma pensioni del 2011.

Il maggior ostacolo sembra restare quello costituito dalle penalizzazioni in capo ai pensionandi. "Non sono proponibili le tesi di Morando (flessibilità a costo zero) o di Boeri (ricalcolo tutto contributivo dell'assegno pensionistico): sono due ipotesi che si equivalgono e che portano ad un taglio del 30% della pensione" spiegail Presidente della Commissione lavoro, elaborando così il proprio pensiero su queste proposte.

Riforma della previdenza, Damiano ribadisce le proprie proposte di uscita

Damiano ha suggeritoinvece in piùoccasioni delle proposte differenti, che se pur presentano dei meccanismi di penalizzazione, non risultano eccessivamente onerose per i lavoratori e rappresentano pertanto un buon compromesso tra le esigenze delle parti.

Si va dalla quota 97 con penalità progressiva "del 2% fino ai 1500 euro mensili e del 3% al di sopra di tale cifra", fino alla proposta di uscita senza ulteriori aggravi per chi ha già maturato 41 anni o più di contribuzione. Evitare di inserire delle penalizzazioni troppo pesanti sarebbe auspicabile anche per non vanificare l'introduzione della flessibilità, visto che diversamente gli stessi lavoratori non avrebbero interesse ad esercitare l'opzione.

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