Primo giorno di scuola, oggi 7 settembre 2015, per gli alunni della provincia di Bolzano che sono stati i primi a tornare sui banchi. Poi toccherà agli studenti del Molise (mercoledì 9 settembre) e alla provincia di Trento (giovedì 10). Tra una settimana, il 14, prima campanella per le scuole di Abruzzo, Campania, Friuli Venezia Giulia, Calabria, Basilicata, Lombardia, Sicilia, Marche, Umbria, Sardegna, Valle d’Aosta e Piemonte. Il giorno dopo, invece, apriranno le scuole del Lazio, della Toscana, dell’Emilia Romagna, mentre in Puglia e Veneto il primo giorno sarà il 16 settembre.

Anno scolastico 2015-2016, le supplenze impiegheranno oltre 50 mila docenti?

Intanto, il Corriere della Sera di oggi pubblica la notizia che i supplenti che verranno impiegati nell’anno scolastico 2015-16 potrebbero superare la cifra delle 50 mila unità. Alla faccia della tanto sbandierata fine della “supplentite” come uno degli obiettivi da raggiungere con la Buona Scuola di Renzi. Il Piano straordinario delle assunzioni, per il momento, non produrrà la fine del ricorso alle supplenze.

Anzi, la supplenza rappresenterà, per qualche ora ancora, l’ancora di salvezza per molti docenti per rimandare di un anno l’obbligo di doversi spostare di centinaia di chilometri per accettare la proposta della fase B delle assunzioni.

Infatti, entro domani 8 settembre, è previsto il limite per la chiamata alle supplenze annuali (o, comunque, fino al termine delle lezioni) previsto dal ministero dell’Istruzione, per assicurare che ogni cattedra di ogni Scuola italiana abbia, alla partenza delle lezioni, il proprio docente (anche se supplente).

Piano straordinario della mobilità nella scuola 2016: i docenti sperano di tornare nella propria provincia

Migliaia di precari stanno afferrando questo salvagente: accetteranno la supplenza pur di rimandare la presa di servizio in una scuola distante dalla propria residenza. A maggior ragione che, tra un anno, partirà il piano straordinario della mobilità e i docenti potranno fare richiesta di trasferimento.

C’è da scommetterci che la maggior parte dei 7 mila docenti che hanno dovuto trasferirsi in questi giorni dalle province del Sud a quelle del Nord, faranno di tutto per tornare nella provincia di appartenza.

Dunque, per molti, sarà un anno di transizione per arrivare al tanto desiderato contratto a tempo indeterminato. Ma il risultato complessivo è che anche per la scuola sarà un “anno provvisorio” con migliaia di insegnanti parcheggiati in tutta Italia. Altro che continuità didattica che avrebbe dovutoessere assicurata con l’assunzione dei 102 mila docenti precari.