Dopo la Buona Scuola sarà la volta del “buon sostegno”, con carriere separate rispetto ai colleghi ordinari per un nuovo profilo professionale con competenze ad ampio raggio ed un concorso ad hoc per entrare in ruolo. Sono solo alcune delle ipotesi che il Ministero ha in mente per riformare la figura degli insegnanti di sostegno in Italia e che ha già attirato le prime critiche. Una nuova riforma della scuola, quella del sostegno, per cui già dalle prime avvisaglie i sindacati iniziano a manifestare scetticismo e diffidenza.

Riforma sostegno, docenti più specializzati o medicalizzati?

Si potrebbe definire la parte mancante della riforma che si rivolge a circa 110mila insegnanti cui sono affidati quasi 210 mila studenti disabili: si parla di docenti “più specializzati”, dicitura utilizzata a più riprese in passato e che ora comincia a prendere corpo con il primo tavolo “di ascolto” al Ministero. Su fronte opposto i sindacati parlano invece di “compiti medicalizzanti” in riferimento alle nuove funzioni che verranno attribuite agli insegnanti di sostegno. L’etichetta non piace al Miur che cerca di ridimensionare parlando della necessità di “maggiore specializzazione sulla patologia”, con eventuali competenze diagnostiche e addirittura (si vocifera) certificazioni sul grado di disabilità che potranno compilare gli stessi docenti.

Il nuovo insegnante di sostegno, una figura a parte

Da ciò deriverebbero evidentemente maggiori responsabilità anchecon un piano di studi personalizzato che i docenti di sostegno dovranno stilare in perfetta autonomia per gli alunni. Il nuovo insegnante di sostegno si dovrà far carico anche di maggiori mansioni organizzative, essendo presente in tutte le parti del processo di inclusione.

Tanti cambiamenti insomma che delineeranno una figura del tutto nuova, portando inevitabilmente ad una diversificazione del percorso di carriera.

Si è parlato infatti di “scelta professionale univoca” e “inquadramento dei docenti in appositi ruoli” per cui il Ministero ipotizza quattro specifiche classi di concorso per ciascun ordine di scuola, con l’obbligo di permanenza sul sostegno che passerebbe dai 5 anni attuali a 10.

In alternativa, il passaggio sulla materie potrebbe avvenire mediante un apposito concorso, ma in entrambi i casi scegliere il sostegno significherà sceglierlo per la vita. Il futuro concorso scuola 2015 sarà comunque valido per tutti, ma includeràuna prova specifica per il sostegno con una graduatoria a parte, specifica per il sostegno. Sarà comunque l’ultimo concorso congiunto e i prossimi dovrebbero essere specifici per il sostegno (anche se non è chiaro ancora su cosa dovranno prepararsi gli aspiranti docenti).