E’ in arrivo una legge per regolamentare il lavoro da casa: lo ‘smart working’, o lavoro agile, che sta prendendo piede anche in Italia. Si tratta di una versione più evoluta del tradizionale del telelavoro, il classico lavoro da casa che le aziende utilizzavano in passato come alternativa al licenziamento per i lavori a minor valore aggiunto.

Un ddl collegato alla legge di Stabilità 2016si ripropone di fornire una cornice normativa per questa nuova tipologia di lavoro in riferimento a diritti, doveri, infortuni e retribuzione, affinché possano essere sfruttate a pieno le potenzialità dello ‘smart working’ legate agli incrementi di produttività.

Come funziona lo smart working: il lavoro da casa con stesse regole e diritti

Il ddl sullo ‘smart working’ è stato curato da Maurizio Del Conte, docente di diritto del lavoro dell'Università Bocconi, ed è composto da 9 articoli che prendono in esame diversi aspetti legati al lavoro agile, definito come la ‘prestazione effettuata da lavoratori dipendenti fuori dai locali aziendali’.

Il requisito fondamentale del lavoro da casa che sarà regolamentato dal ddl sullo ‘smart working’ è la volontarietà. Dovrà quindi essere concordato tra azienda e lavoratore all’interno del quadro normativo predisposto dal ddl i cui punti qualificanti dovrebbero essere:

  • Il ‘lavoro agile’ potrà essere a tempo determinato o indeterminato e potrà riguardare anche un solo giorno alla settimana;
  • il lavoro da casa deve essere retribuito in misura ‘non inferiore’ a quello svolto in ufficio;
  • gli infortuni dovranno essere coperti dall’Inail;
  • sono riconosciuti al ‘lavoro agile’ gli stessi incentivi fiscali legati alla contrattazione di secondo livello.

Lo smart working in Italia: cambierà qualcosa con la legge sul ‘lavoro agile’?

Secondo una ricerca del Politecnico di Milano sullo smart working in Europa, l’Italia risulta essere al 25° posto, su 27 nazioni (Croazia esclusa che, all’epoca della ricerca non era ancora entrata nell’Unione), per quanto riguarda l’adozione del lavoro agile.

La ricerca evidenziava i vantaggi dello smart working per tutto il sistema economico.

Si parte dalla produttività, incrementata anche del 40 per cento nelle aziende che hanno deciso di farvi ricorso in modo massiccio e che, a livello nazionale, potrebbe essere quantificata fino a 27 miliardi, oltre a 10 miliardi in meno di costi fissi.

Dati che rendono evidente il tentativo di incentivare il lavoro da casa così regolamentato, puntando ad un incremento significativo del numero di aziende che ne fanno uso e che, comunque, sono già passate, pur in assenza di norme, dall’8 per cento del 2014 al 17 per cento del 2015.

Per quanto riguarda i lavoratori, i vantaggi sono evidenti nella possibilità di conciliare i tempi di vita e di lavoro, in modo particolare per le donne.