Giorno importante per la (presunta) riforma Pensioni oggi 15 ottobre: il governo Renzi presenterà la Legge di Stabilità al Parlamento, una manovra finanziaria da circa 27-30 miliardi di euro e che tra i vari interventi dovrebbe contenere qualche misura definibile come flessibilità in uscita. Tra smentite e conferme le ultime settimane sono state molto convulse per quel che riguarda la pensione anticipata, l'Opzione Donna, le misure per i lavoratori precoci e gli esodati, ma oggi sapremo quali sono le intenzioni dell'esecutivo e le soluzioni "a costo zero" elaborate dai tecnici del Ministero dell'Economia, del Ministero del Lavoro e dell'INPS.

A quanto pare la flessibilità in uscita per questo 2015 (in realtà se introdotta sarà dal 2016) verterà su una formula di part-time, una riduzione dell'orario di lavoro ma coi contributi pagati dall'azienda e accessibile ai lavoratori con almeno 63 anni e 7 mesi di età, che non porterebbe ad alcuna penalità sulla pensione. Prevista anche una settima salvaguardia per gli esodati, ma solo parziale, e la proroga per l'Opzione Donna a tutto il 2015.

Riforma pensioni: oggi 15 ottobre il governo Renzi presenta la Legge di Stabilità

L'idea per questo... antipasto?... di flessibilità in uscita arriva dai tecnici del Ministero del Lavoro: il costo per le casse dello Stato è stimato in 100 milioni di euro, quindi siamo vicini al famoso costo zero invocato dal premier Matteo Renzi.

Ma è davvero una soluzione alle rigidità della Legge Fornero? Sono due anni che si discute di pensione anticipata a Quota 97 con penalità o a Quota 100 senza, di misure ad hoc per i lavoratori precoci come la Quota 41, per buona parte del 2015 il governo ha dato segnali di apertura, ma giunti al dunque c'è stata una secca inversione di tendenza, forse dovuta anche alla sentenza della Corte Costituzionale che ha imposto rimborsi ai pensionati che hanno subito il blocco della rivalutazione della pensione inserito nella Legge Fornero.

Certo, alla fine si è pagata solo una misera parte di quanto sarebbe spettato, ma è stato comunque intaccato il "risparmio" che la Legge Fornero ha prodotto nel corso degli anni: se non ci fosse stato questo problema cosa sarebbe potuto accadere? La flessibilità in uscita sarebbe stata più vicina ai desideri di tanti lavoratori pensionandi in attesa di una qualche "concessione" da parte del governo?

La Legge Fornero non verrà toccata nei suoi punti-chiave che regolano l'uscita del lavoro: il part-time al 40%/60% dell'orario normale, con l'azienda che paga contributi netti in busta paga mentre quelli effettivi sono pagati dallo Stato stesso così che si eviti una penalizzazione sulla pensione al momento dell'uscita dal mondo del lavoro, sarebbe una possibilità per i lavoratori con almeno 63 anni e 7 mesi di età, dunque a circa due anni dalla pensione di vecchiaia (ricordiamo che nei prossimi tre anni ci saranno graduali aumenti di questo requisito, per giungere a 67 anni sia per lavoratori che lavoratrici). Da notare tre cose:

  • nessuna penalità sulla pensione e un aumento dello stipendio (nel senso che si prenderebbe di più rispetto a quanto normalmente per un part-time delle stesse ore)
  • come "incentivo" per le aziende c'è il non-obbligo di nuove assunzioni, se invece anche si assume potrebbero scattare degli sgravi fiscali
  • l'accordo per questo "part-time pensionistico" sarebbe di natura individuale tra lavoratore/lavoratrice e azienda

Novità esodati e Opzione Donna nella Legge di Stabilità

La manovra dovrebbe contenere anche interventi per la pensione anticipata delle lavoratrici e la salvaguardia degli esodati, salvo un ennesimo dietro-front del governo:

  • la proroga dell'Opzione Donna al 31 dicembre 2015, ovvero il ritorno alla scadenza prevista in origine; ci sarà anche l'eliminazione dei tre mesi in più di età anagrafica?
  • la settima salvaguardia sarà per circa 25mila esodati, la metà di quelli che i sindacati e i Comitati conteggiano: il governo evidentemente ha fatto calcoli diversi