La fiscalità delle partite Iva torna al centro dell’attenzione politica. Le recenti aperture del viceministro dell’Economia, Luigi Casero verso una revisione del regime dei minimi e di quello forfettario del 15 per cento introdotto nella Legge di Stabilità 2015, hanno fanno riavviare il dialogo con il popolo dei professionisti.

Queste le parole pronunciate dal viceministro e riportate dal Corriere della Sera Economia “Per troppo tempo le partite Iva sono state considerate un peso, mentre dovrebbero costituire un punto di forza dell’Italia”.

Partite Iva: ecco come potrebbe essere il regime dei minimi nel 2016

Ma più degli apprezzamenti, le partite Iva vogliono sentir parlare delle proposte in vista della prossima Legge di Stabilità. “Il Governo – afferma Casero – sta pensando di ripristinare il regime dei minimi al 5 per cento per i primi 5 anni in cui si svolge l’attività, prima della percentuale fissa del 15 per cento”.

Proprio il regime dei minimi del 5% era stato eliminato dalla passata Legge di Stabilità che aveva introdotto il regime forfettario quale alternativa a quello ordinario. Le proteste dei professionisti hanno aperto una finestra solo per l’anno in corso del regime al 5 per cento a determinate condizioni.

Non piace l’attuale regime forfettario con aliquota al 15 per cento soprattutto per le soglie di ricavi troppo basse a seconda dell’attività svolta.

Per questo motivo, nelle intenzioni del Governo, c’è l’innalzamento della soglia a 30 mila euro di ricavi annui per la categoria dei professionisti. E, novità del 2016 rispetto ai regimi applicati in passato, non ci saranno limiti di età.

La platea dei beneficiari è abbastanza ampia: circa 1 milione e 800 mila contribuenti, che nel 2014 hanno avuto ricavi al di sotto dei 30 mila euro, risulterebbero agevolati dal nuovo regime.

Proposte di riforma Partita Iva: bonus 80 euro e no tax area

Tra le reazioni alle proposte di una nuova disciplina delle partite Iva, il presidente del Colap, Emiliana Alessandrucci, ha espresso la soddisfazione anche se avverte: “Non vorremmo sorprese dell’ultima ora come è successo un anno fa. Siamo pronti a discutere affinché le tasse pagate dai professionisti siano sostenibili ed eque”.

Anna Soru, presidente dell’Associazione consulenti terziario avanzato, pone, invece, l’accento sui redditi bassi: “Attualmente la no tax area è fino ai 4.800 euro, ma sarebbe giusto portarla almeno a 8 mila euro. Ed inoltre, anche le partite Iva dovrebbero ricevere gli 80 euro di bonus”.