Dal momento che la legge di stabilità è ancora allo studio del MEF, tutte le 'novità' in materia di riforma delle pensioni per il 2016 sono soltanto degli accenni: bisogna attendere ancora qualche giorno prima che il governo Renzi comunichi quali saranno i provvedimenti nello specifico. In questo senso, l'unica misura che sembra essere sicura, anche perché probabilmente la più 'semplice', è quella che riguarda la proroga dell'opzione donna: secondo quanto riferito dal ministro Poletti, all'interno della conferenza stampa tenutasi nella giornata di ieri al Ministero del Lavoro, si potrà andare in pensione con 57 anni d'età e 35 di contributi, ma con una clausola di salvaguardia qualora le risorse risultassero insufficienti.

Sul fronte esodati, invece, il ministro ha confermato che si tratterà dell'ultima procedura che si avvarrà dello strumento della 'salvaguardia', in quanto sarebbe in arrivo, nei primi mesi del 2016, un provvedimento di flessibilità in uscita che dovrebbe risolvere in maniera strutturale quella che viene considerata una delle più incredibili 'iniquità' dovuta a errori tecnici della legge Fornero.

E poi c'è ovviamente la prima forma embrionale di flessibilità che, secondo le intenzioni del governo Renzi, sarebbe rappresentata dalla proposta di part-time: non si tratta, in senso stretto, di una riforma strutturale delle Pensioni, ma semplicemente di un accorgimento che dovrebbe favorire l'uscita dal mondo del lavoro, seppure soltanto graduale (dunque: il requisito anagrafico resta intatto), e l'inserimento di nuovi lavoratori giovani.

Insomma, dovrebbe favorire il turnover generazionale e accontentare pensionandi e giovani disoccupati. Ma chi è il vero favorito dall'istituzione del part-time?

Part-time, le aziende ringraziano: ultime news riforma pensioni 2016 del governo Renzi

Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera – si tratta, comunque, di indiscrezioni e non di notizie ufficiali – la riforma delle pensioni 2016 del governo Renzi basata sul part-time dovrebbe funzionare in questi termini: i lavoratori che avranno compiuto 63 anni e 7 mesi d'età, a partire dal 1 gennaio 2016, potranno accordarsi con le aziende per svolgere un part-time del 50% del tempo di lavoro e contemporaneamente ricevere il 75% dello stipendio; le aziende, intanto, risparmiano sullo stipendio (il 75% a fronte del 100%) e, qualora fossero interessate ad assumere nuovo personale, avrebbero anche importanti sgravi fiscali da parte dello Stato.

Infine, sempre lo Stato pagherebbe i restanti contributi ai lavoratori che, dopo il periodo di part-time e una volta raggiunta l'età pensionabile, non vedrebbero decurtata la pensione. In parole povere: i lavoratori resterebbero sul posto di lavoro, ma con un orario diminuito e non perdendo contributi ma 'soltanto' un quarto dello stipendio; le aziende risparmierebbero sia sullo stipendio, sia su eventuali nuove assunzioni; lo Stato finanzierebbe sia i contributi rimanenti ai lavoratori, sia le agevolazioni fiscali alle aziende.

In questo senso, questa prima misura di riforma delle pensioni del governo Renzi per il 2016 sembrerebbe favorire maggiormente le imprese, che potrebbero gradualmente disfarsi di un vecchio lavoratore (il quale è soggetto a un regime 'elevato' di tutele) e assumere un giovane disoccupato con importanti sgravi fiscali e, soprattutto, grazie alla nuova normativa connessa ai decreti attuativi del Jobs Act, con tutele crescenti, dunque con minori tutele.È tutto per quanto riguarda le ultime news sulla riforma pensioni 2016 del governo Renzi; per approfondimenti, cliccate su 'Segui' in alto sopra il titolo dell'articolo.