Gli oltre 700 mila insegnanti di ruolo della Scuola italiana hanno appena ricevuto il bonus di 500 euro per la propria autoformazione previsto dalla Buona scuola. Ma, sciolti gli entusiasmi iniziali per l’accredito, in tanti non danno fiducia al Governo Renzi. Poche le informazioni sulla rendicontazione, tanto per iniziare, e sui prodotti che possono essere acquistati. E se la beffa fosse nascosta appena dietro l’angolo?

Decreto bonus 500 euro scuola, le regole della rendicontazione

Il decreto recante data 23 settembre scorso con il quale lo stesso Renzi annunciava su Twitter l’imminente accredito del bonus è troppo superficiale nelle modalità di spesa.

Mentre è esaustivo per quanto riguarda il controllo delle spese effettuate che avverrà il 31 agosto di ogni anno e che verrà svolto dagli Uffici amministrativi scolastici di riferimento: ciascun docente dovrà consegnare tutta la documentazione relativa alle spese fatte affinché venga verificato l’effettivo utilizzo dell’importo per gli acquisti previsti dall’articolo 4 dello stesso decreto.

Saranno i revisori dei conti, in ultima istanza, a decidere sulla regolarità dell’utilizzo del bonus: presentare una rendicontazione non adeguata o incompleta, o presentarla dopo il 31 agosto o non presentarla proprio comporta, nella migliore delle ipotesi, l’addebito di quanto speso sulcredito ancora disponibile (se sufficiente) o sulriaccredito del bonus dell’anno scolastico successivo.

Bonus formazione senza card, il consiglio è di conservare tutti i documenti

Il bonus è al suo debutto e qualche incertezzaavrebbe potuto trovarerispostase, come recita il decreto del 23 settembre, agli insegnanti fosse stato effettivamente consegnata una “card” nominale, simile alle carte ricaricabili,con importo a scalare in relazione agli acquisti.

In tal caso, una prima rendicontazione sarebbe stata possibile in automatico. Ma non c’è stato tempo per fare la gara, stampare le card e distribuirle ai docenti. Se ne riparlerà l’anno prossimo.

Tuttavia, trattandosi di spese che poi dovrebbero passare al vaglio della Corte dei conti, sarebbe stato comunque necessario accompagnare l’estratto conto con scontrini, fatture e ricevute, proprio come dovranno fare adesso i docenti per ciascun acquisto che faranno.

E se l’acquisto venissefatto dall’insegnante a favore di terzi? Un libro per il figlio, un tablet per il marito oppure andare al cinema accompagnati?

Mettendo in chiaro che le spese dovranno essere personali, basterà il biglietto del cinema o del teatro per dimostrare di aver fatto un acquisto culturale o formativo come prova?

Proprio per i tanti dubbi espressi soprattutto sui social network, gli insegnanti stanno prendendo tempo prima di usare il credito. Oppure si trovano nell’incertezza di poter rendicontare una spesa recente fatta prima dell’accredito (il periodo di spesa parte dal 1° settembre 2015) e farla “rientrare” nel bonus.

Le circostanze consigliano prudenza. Non vogliono spendere e poi dover rimborsare, sentendosi beffati. Si attende, soprattutto, che il Ministero dell’Istruzione emani la nota con la quale vengano date maggiori informazioni sulla rendicontazione.