Continua la lotta tra il Miur e i docenti precari sul fronte diplomati magistrali in Gae. Il rispetto delle sentenze sui diplomati magistrali è una questione di dignità. Di questo ne è assolutamente convinto il Comitato per l'inserimento diplomati magistrale abilitante in Gae fondato da Liberato Gioia che, in una lettera inoltrata al Miur nei giorni scorsi, censurava la condotta discriminatoria condotta in loro danno. L'appello inviato alle forze politiche per rappresentare la questione alla UE non poteva restare senza riscontro. Ed infatti è arrivato l'aiuto del M5S, sempre al fianco dei docenti precari in questa battaglia per il rispetto dei diritti, con la decisione di portare il caso a Bruxelles mediante una interrogazione al Parlamento Europeo per risolvere la controversia col Miur.

Vexata Quaestio

Nonostante il consolidamento di una giurisprudenza favorevole ai diplomati magistrali in ordine al valore abilitante del diploma per accedere alle Gae, aperta dalle sentenze del Consiglio di Stato e ripresa da diversi giudici nazionali del lavoro di tutta Italia, inclusa quella del TAR dello scorso 30 ottobre in ordine al danno da mancata partecipazione al piano di assunzioni, il Miur si ostina testardamente a non ammettere in Gae i diplomati magistrali. Nel testo introduttivo dell'interrogazione parlamentare presentata dai pentastellati Isabella Adinolfi e Marco Valli, si fa preciso riferimento alle sentenze della massima assise amministrativa italiana che ammettono la possibilità di conferire il valore 'erga omnes' delle stesse delibere.

Continua dunque il pressing dei diplomati magistrali sul Miur con l'intervento del M5S.

I quesiti posti alla Commissione

Alla Commissione viene chiesto di precisare quanto segue:

E' lecito intervenire a tutela di quanto sancito dalla direttiva 2005/36/CE del 7 settembre 2005, che l'Italia ha recepito con d.lgs.9/11/2007 n. 206, in ordine al diritto per il riconoscimento delle qualifiche professionali?

E' possibile che si attivi per far smettere la probabilissima violazione di quell'articolo che stabilisce il dovere di cooperazione tra gli stati membri dell'unione Europea (il 4.3 del TUE)?

Si ritiene che sia stata manifestamente violata la direttiva comunitaria 1999/70 che stabilisce i criteri per punire la reiterazione dei contratti a termine oltre i 36 mesi?

La risposta dovrebbe arrivare entro 6 settimane dalla registrazione dell'interrogazione.