"La nostra proposta riguarda l'uscita flessibile, le ricongiunzioni, l'assistenza e l'armonizzazione dei trattamenti": lo ha ribadito oggi (26 novembre), nonostante la bufera di critiche che gli si è abbattuta addosso nei giorni scorsi, il presidente dell'Istituto nazionale per la previdenza sociale rispondendo alle domande sulla riforma Pensioni durante l'audizione dinnanzi la Commissione parlamentare di vigilanza sull'anagrafe tributaria. Nuove formule di flessibilità per l'uscita anticipata dal lavoro e l'accesso a nuove modalità di pensione anticipata che dovrebbero essere finanziate, secondo il piano Boeri, con i tagli alle pensioni superiori ai 3.500 euro lordi al mese.

Inps, il presidente Boeri sentito di nuovo in Parlamento sulla riforma pensioni

Mentre per quanto riguarda la rimodulazione dei contestatissimi vitalizi dei parlamentari i tagli arriverebbero fino al 60%. Il presidente dell'Inps, confermando oggi in audizione che la sua proposta prevede "il taglio ai vitalizi per cariche elettive arriva fino al 60%", ha tenuto a precisare di "non aver mai parlato di pensioni d'oro" nei termini in cui ne hanno parlato i giornali. L'economista bocconiano oggi al vertice dell'Inps ha ricordato che nelle proposte di riforma pensionistica dell'Inps la "rimodulazione delle pensioni - ha detto - riguarda solo gli assegni oltre i 3.500 euro lordi mensili". Mentre per le pensioni che variano in una forbice compresa fra 3.500 5.000 euro "non ci sarebbe - ha spiegato - un intervento automatico sul trattamento".

Tagli a pensioni alte per finanziarie nuove formule di flessibilità in uscita dal lavoro

Infatti, secondo quanto propone Boeri, in questo caso gli interventi sarebbero graduali con lo stop all'indicizzazione in base a costo della vita, mentre per le pensioni che superano i 5.000 euro lordi "l'aggiustamento sarebbe immediato".

"Parliamo di una platea di 250mila persone - ha spiegato il presidente dell'Inps in audizione palamentare - con una riduzione media dell'8% e con punte massime - ha aggiunto - del 12%". Dunque, si parla di trattamenti pensionistici ben più elevati in confronto ai contributi effettivamente versati e percepiti da chi ha avuto la possibilità di andare in pensioni prima rispetto all'età pensionabile fissata dalla legge Fornero a 66 e sette mesi.

Lo stesso identico principio verrebbe applicato anche ai vitalizi per parlamentari e consiglieri regionali. Tagli fine a se stessi per motivazioni ideologiche? Tutt'altro. "Questo contributo - ha spiegato Boeri - consentirebbe la flessibilità in uscita".